Le amputano braccia e gambe per una diagnosi sbagliata, Bebe Vio l’aiuta a scegliere le protesi

Ha subito l'amputazione di braccia e gambe a causa di un intervento legato ad una diagnosi di un tumore che in realtà non esisteva: è la drammatica (e assurda) storia di Anna, che però è tornata a vivere grazie a delle protesi di ultima generazione consigliate dalla mitica campionessa Bebe Vio

Anna Leonori ha 46 anni, vive a Terni e non ha più le braccia e le gambe. Le sono state amputate a seguito di un’infezione subentrata dopo un intervento molto invasivo. Un’operazione che non era affatto necessaria perché quella terribile diagnosi di tumore maligno, ricevuta dai medici nel 2014, era errata. Un errore che le ha stravolto totalmente la vita. Ma Anna, che ha intentato una causa contro il Santa Maria di Terni, il Regina Elena di Roma e l’Ausl Romagna, non si è fatta abbattere dal destino beffardo e crudele che le è stato riservato.

Sta affrontando questo calvario grazie ai suoi figli che le danno forza e speranza, ma la donna ha trovato sostegno anche nella campionessa veneta Bebe Vio, che si è sempre distinta per la sua empatia e il suo cuore d’oro. È stata proprio lei – costretta a vivere senza arti da quand aveva soli 11 anni – ad aiutarla nella scelta delle protesi di ultima generazione, più adatte alle sue esigenze, e a infonderle coraggio.

Le costosissime protesi acquistate grazie alle raccolte fondi di associazioni di volontariato e privati mi hanno cambiato la vita – racconta la donna ai microfoni del quotidiano Il Messaggero – So bene che non avrò mai più l’autonomia ma mi hanno restituito un minimo di dignità nella vita di tutti i giorni. La quotidianità è fatta di tante cose, alcune non potrò farle mai più da sola, altre grazie alle protesi sì. Il problema è che si deteriorano e che sono garantite solo per due anni. Non è un capriccio la necessità di avere un risarcimento per quello che ho subito. Vivo ogni giorno con la preoccupazione che si possa rompere un pezzo, cosa che mi costringerebbe a tornare sulla sedia a rotelle.

La drammatica storia di Anna

Tutto è iniziato nel 2014 quando Anna si ritrova con una diagnosi di un tumore maligno per il quale, secondo il personare sanitario, era necessario un intervento invasivo. Nel corso di un’operazione chirurgica effettuata a Roma le vengono asportato utero, ovaie, 40 linfonodi e la vescica, sostituita con una ortotopica.

Successivamente l’esame istologico rivelerà che non si trattava di cancro. Nei successivi 4 anni la donna affronta diversi ricoveri e infezioni fino all’ottobre del 2017, quando viene ricoverata e opersta d’urgenza per una “peritonite acuta generalizzata causata dalla perforazione della neo vescica. La situazione degenera e Anna resta in coma per circa un mese e mezzo. Ma l’incubo non finisce qui. Visto il suo quadro clinico critico, i medici optano per l’amputazione di gambe e braccia.

Una storia tanto terribile quanto assurda.

Sono stata costretta a rivivere il mio calvario, a sottopormi a una visita di fronte ad una quindicina di periti.  – ha raccontato la donna –Tutto questo in attesa di avere giustizia per i danni che ho subito. La cosa che mi addolora è che l’ospedale di Terni, la mia città, in tutti questi anni non mi ha neppure chiamato a visita.

Adesso toccherà al collegio peritale pronunciarsi sui danni subiti da Anna. Anche se ha perso gambe e braccia, la protagonista di questo dramma non ha rinunciato al sorriso e alla voglia di vivere. E grazie alle sue nuove protesi e al supporto di Bebe Vio e della sua famiglia, continua a lottare affinché ottenga giustizia e un po’ di meritata serenità.

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