Chi era Alan Turing, il genio matematico condannato perché era omosessuale

Chi era Alan Turing? E perché oggi vale la pena averne memoria?

Le sue idee hanno portato a versioni anticipate dell’informatica moderna e hanno contribuito a vincere la Seconda guerra mondiale. Eppure è morto come un criminale per la sua omosessualità: ad Alan Turing e ad altri è intitolato “Overlooked”, Trascurato, la serie di nuovi necrologi che il New York Times dedica a persone straordinarie la cui morte, a partire dal 1851, è stata dimenticata a causa del loro orientamento sessuale. Ma chi era Alan Turing? E perché vale la pena ricordarlo?

Nato a Londra nel 1912, Turing è considerato ad oggi uno dei più grandi matematici del XX secolo, oltre ad essere stato un eccellente logico, crittografo e filosofo. Un vero e proprio genio che accolse le prime visioni dell’informatica moderna e produsse approfondimenti seminali in quella che poi è divenuta nota come “intelligenza artificiale”. Essendo uno dei più influenti crittoanalisti del secondo conflitto mondiale, si ritiene anche abbia accelerato la vittoria degli Alleati.

La sua unica pecca? Essere un omosessuale. E per questo meritò addirittura la castrazione chimica.

La vita di Alan Turing

Turing nacque a Londra il 23 giugno 1912. Dopo la laurea in matematica si dedicò soprattutto alla crittografia rimanendo nelle Università di Cambdridge, Princeton e Oxford.

Quando nel 1939 l’Inghilterra entrò in guerra, prese parte dei servizi di spionaggio in un gruppo di critto-analisti a Bletchley Park, nella cosiddetta “Stazione X”, per contribuire a decrittare i messaggi militari nazisti codificati attraverso la macchina Enigma (il sistema messo a punto dai tedeschi per criptare le proprie comunicazioni).

Fu allora che Turing perfezionò il metodo “Turingery”, con cui i britannici decifrarono i messaggi nazisti sfruttandone gli errori crittografici: se due messaggi erano inviati per sbaglio con la stessa chiave di codifica, con il Turingery si ricavava il codice usato per criptare entrambe le comunicazioni e quindi si decifrava il contenuto dei messaggi.

Un metodo allora straordinario con il quale, si dice, Turing avrebbe contribuito ad abbreviare la durata della guerra mondiale.

Ma Alan Turing è ricordato anche per la macchina che porta il suo nome, un dispositivo formato da un nastro infinito e riscrivibile su cui dei simboli possono idealmente essere scritti, letti e cancellati man mano che ci si sposta avanti e indietro lungo lo stesso nastro. È in pratica il modello ideale di una macchina da calcolo in grado di risolvere degli algortimi, oggi elemento imprescindibile per chi ha a che fare con l’algoritmica e la teoria della computazione.

Quanto alla sua eredità lasciata nel campo dell’intelligenza artificiale, è suo anche il “test di Turing”, un particolare criterio con cui è possibile determinare se una macchina artificiale, o un calcolatore, puòessere considerato pensante.

Statua di Alan Turing a Bletchley Park

Pioniere, rivoluzionario, visionario. Alan Turing era tutto questo eppure nel ’52 le leggi vittoriane in vigore lo costrinsero a scegliere tra una pena a due anni di carcere o la castrazione chimica. Lui scelse la seconda e per più di un anno si sottopose ad alcuni trattamenti a base di ormoni che gli provocarono profonde ripercussioni fisiche e psicologiche. La depressione che ne conseguì sarebbe stato il motivo che lo portò al suicidio il 7 giugno 1954 a soli 42 anni.

Solo nel 2009 il governo britannico ha chiesto scusa per il suo trattamento.

“Siamo spiacenti, tu meritavi molto meglio – dirà Gordon Brown, allora primo ministro. Alan e le molte migliaia di omosessuali che furono condannati, come lui, sotto leggi omofobiche furono trattati terribilmente”.

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