A lezione di caccia, lo scempio che non avremmo mai voluto vedere in una scuola

Nello Stato americano del Montana i giovanissimi studenti da 10 anni in su possono prendere parte a lezioni pratiche di caccia organizzate dal Dipartimento per la fauna selvatica come "programma educativo" per conservare la tradizione venatoria del Montana. Questa però non è educazione, è follia

Hanno 10, 12, 13 anni e brandiscono già un fucile. Uno dietro l’altro, in fila, prenderanno parte alla lezione di caccia in presenza, stringendo tra le mani un’arma. Sembra surreale, ma è un’attività di formazione gratuita organizzata nella comunità di Hinsdale, Montana.

Possono iscriversi tutti gli studenti di età superiore ai 10 anni, compilare il modulo online. Diventeranno apprendisti cacciatori dopo le ore frontali e sul campo e al compimento dei 12 anni di età potranno avere la licenza per cacciare nella stagione venatoria.

Fa parte del programma Hunter and Trupper Education promosso dallo Stato americano per educare le giovanissime menti, l’educazione alla violenza.

Sul sito del Montana Fish, Wildlife and Parks compaiono infatti corsi per imparare a identificare un leone di montagna, un orso nero, preparare trappole e imparare a cacciare dalle basi. Per rendere il tutto ancora più accattivante, annesse si trovano immagini di ragazzini entusiasti, di una bambina che stringe tra le mani sorridente il corpo del cervo a cui ha appena tolto la vita.

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@HUNTER AND TRAPPER EDUCATION

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Cosa si impara durante questi corsi? A versare sangue, a utilizzare un’arma, puntarla verso la specie prescelta, mirare e colpire. E il rispetto verso l’ambiente, la natura e i suoi abitanti?

In Montana sembra essere una favoletta di circostanza raccontata in aula, messa in un angolino e dimenticata quando si propongono attività volte a “preservare la tradizione di caccia del Montana, insegnando la sicurezza nell’uso delle armi da fuoco, etica e altre abilità all’aperto” parole del dipartimento statale. Ma quale etica esattamente? 

Il caso del Montana non è però isolato. Nel 2011 nel Comune di Rignano sull’Arno, nella nostra bella Italia, gli alunni della primaria hanno assistito a una “lezione di ambiente con i cacciatori” e già questa dicitura è inammissibile.

In merito alla vicenda, la psicoterapeuta Roberta Luberti si era rivolta al sindaco di Rignano sull’Arno, commentando quella che lei ha definito una “operazione pedagogicamente molto discutibile”.

Lezione di indifferenza, somministrata a soggetti in età evolutiva, verso la sofferenza e l’uccisione di creature viventi, seppure non umane. Sofferenze ed uccisioni neanche dettate da necessità di sopravvivenza, ma dalla passione per un’ attività cruenta. […]

Viene da chiedersi quale meccanismo di scissione emotiva e di pensiero sia obbligato a compiere un bambino per poter fronteggiare un’angoscia di morte così ingestibile, riporta l’associazione Vittime della caccia.

Così vogliamo indottrinare gli adulti del futuro? Questa non è educazione, ma una sconfitta per una società contemporanea che si sforza (almeno in apparenza) di diffondere il rispetto verso il prossimo e verso gli esseri senzienti.

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Fonte: Montana Fish, Wildlife & Parks-Region 6/Facebook

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