La voce della mamma agisce come antidolorifico naturale sui bambini prematuri, lo conferma la scienza

Una ricerca italiana ha scoperto che i bambini prematuri sottoposti a procedure mediche provano meno dolore se ascoltano la voce della mamma

Anche nella sua voce ogni mamma racchiude un potere “magico”, quello di lenire il dolore. Uno studio condotto qualche mese fa ha scoperto infatti che la voce materna agisce come un antidolorifico naturale per i bambini prematuri.

Fin da quando sono nel grembo, i bambini imparano a riconoscere la voce della mamma e, proprio quella voce, sembra sia in grado di alleviare le loro sofferenze. A scoprirlo è uno studio condotto da un team dell’Università della Valle d’Aosta, in collaborazione con l’Università di Ginevra e l’Usl Valle d’Aosta, e pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

La ricerca, che ha preso a campione un gruppo di bambini prematuri, ha dimostrato che ascoltare la voce della mamma mentre i piccoli erano sottoposti ad alcune pratiche mediche necessarie, ne limitava gli effetti dolorosi o meglio limitava la loro percezione del dolore.

I bambini prematuri sono spesso messi in incubatrice e per diverse settimane vengono sottoposti a procedure mediche di routine che in alcuni casi possono essere dolorose. Ad alleviare le loro sofferenze può venire in aiuto però proprio la voce della mamma, come ha scoperto appunto questo studio.

Per verificare le potenzialità della voce materna contro il dolore, gli scienziati hanno seguito 20 neonati prematuri all’ospedale Parini di Aosta chiedendo alle madri di essere presenti durante l’esame del sangue quotidiano, che viene effettuato prelevando alcune gocce dal tallone.

Come ha dichiarato la dottoressa Manuela Filippa, ricercatrice e autrice principale dello studio:

Abbiamo focalizzato questo studio sulla voce materna, perché nei primi giorni di vita è più difficile per il padre essere presente, a causa delle condizioni di lavoro che non sempre consentono giorni di riposo.

I risultati dello studio

Lo studio è stato condotto in tre fasi nell’arco di tre giorni, in modo da avere un confronto tra diversi scenari: una prima iniezione è stata fatta in assenza della madre, una seconda con la madre che parlava al bambino e una terza con la madre che cantava al bambino. L’ordine di queste condizioni è cambiato in modo casuale.

Per valutare la sofferenza dei piccoli, il team di ricerca ha utilizzato il Preterm Infant Pain Profile (PIPP), che stabilisce una griglia con punteggi che vanno da 0 a 21 per le espressioni facciali e i parametri fisiologici (battito cardiaco, ossigenazione, ecc.) che attestano le sensazioni dolorose del bambino.

I risultati sono stati significativi: se la madre parlava al bambino durante la procedura dolorosa, in lui diminuivano i segnali di sofferenza mentre contemporaneamente aumentava il livello di ossitocina. Dunque migliorava nel complesso la gestione del dolore nei piccoli.

Ci siamo rapidamente rivolti all’ossitocina, il cosiddetto ormone dell’attaccamento, che studi precedenti avevano già collegato allo stress, alla separazione dalle figure di attaccamento e al dolore. Utilizzando un campione di saliva indolore prima che la madre parlasse o cantasse e dopo la puntura del tallone, il team di ricerca ha scoperto che i livelli di ossitocina sono aumentati da 0,8 picogrammi per millilitro a 1,4 quando la madre ha parlato. In termini di ossitocina, si tratta di un aumento significativo.

La ricerca dimostra in pratica una cosa che già potevamo intuire: quanto sia importante che i genitori dei bambini prematuri possano stare sempre al loro fianco in ospedale, considerando che questi piccoli sono sottoposti a stress intenso fin dalla nascita. Una presenza che, come ha evidenziato lo studio sia pur su un piccolo campione, ha un impatto reale sul loro benessere.

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Fonte: Scientific Reports

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