Niente voti e orari: la scuola di Berlino che sta rivoluzionando l’insegnamento

E se uno studente avesse la possibilità di scegliere ogni mattina, entrando in classe, quali materie studiare? Sembra un’utopia, e invece è quello che accade in una scuola di Berlino, che da qualche tempo è sotto i riflettori sia per la particolarità del metodo di insegnamento adottato che per gli ottimi risultati conseguiti dai suoi allievi.

E se uno studente avesse la possibilità di scegliere ogni mattina, entrando in classe, quali materie studiare? Sembra un’utopia, e invece è quello che accade in una scuola di Berlino, che da qualche tempo è sotto i riflettori sia per la particolarità del metodo di insegnamento adottato che per gli ottimi risultati conseguiti dai suoi allievi.

Poche materie obbligatorie – tra cui tedesco, inglese e matematica – un piano di studio personalizzato e flessibile e niente voti fino a 15 anni: è quello che accade alla Evangelische Schule Berlin Zentrum (ESBZ), un istituto comprensivo privato fondato nel 2007 e che raccoglie studenti che vanno dai 6 ai 18 anni, dalle elementari al diploma o alla specializzazione professionale.

La scuola, di ispirazione protestante, è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 8.15 alle 15.45, e prevede che siano gli stessi studenti, riuniti in piccoli gruppi eterogenei dal punto di vista dell’età, a scegliere giorno per giorno quali materie studiare e quando sottoporsi alle relative verifiche. Le lezioni avvengono generalmente sotto la guida e la supervisione di un’insegnante, che non tiene vere e proprie lezioni frontali, ma interviene solo se il gruppo di studenti si trova in difficoltà. Il tutto è accompagnato da momenti di autovalutazione, che sono complementari ai giudizi espressi dal corpo docente.

scuola evangelica berlino

L’obiettivo della scuola, come spiega la responsabile Margret Rasfeld, è di insegnare agli allievi a “motivarsi da soli”, a non avere continuamente bisogno di riconoscimenti e conferme per andare avanti nel proprio percorso di studio e lavoro. L’idea è di sostituire il “devo” tipico dell’organizzazione scolastica convenzionale, con il “posso”, ponendo l’accento sulla capacità dell’allievo di autodeterminarsi nel corso della sua carriera scolastica, stabilendo di volta in volta obiettivi da raggiungere e diventando, mano a mano, un adulto in grado di raccogliere sfide e di assumersi responsabilità senza tirarsi indietro.

LEGGI anche: Scuola steineriana: 10 principi educativi della pedagogia Waldorf

“Guardate i bambini di tre o quattro anni: sono pieni di sicurezza.” – spiega Rasfeld in un’intervista al Guardian – “Spesso, i bambini non vedono l’ora di iniziare la scuola. Ma purtroppo la maggior parte delle scuole riesce in qualche modo a minare la loro sicurezza.”

La ESBZ è nata con l’ambiziosissimo obiettivo di “reinventare” la scuola, rendendola più coerente con l’epoca che stiamo vivendo che, grazie ad internet e alle innovazioni tecnologiche, ha visto cambiare radicalmente le modalità di apprendimento e di reperimento delle informazioni.

“La missione di una scuola progressista dovrebbe essere di preparare i giovani ad adattarsi al cambiamento, o ancora meglio, fare in modo che guardino al cambiamento con ottimismo.” – continua Rasfeld – “Nel XXI secolo, le scuole dovrebbero considerare come obiettivo lo sviluppo di personalità forti.”

Coerentemente con queste premesse, accanto agli insegnamenti più convenzionali troviamo anche strumenti e materie alternative, nella forma di giochi, workshop o “sfide”: come l’avventura che gli studenti dai 12 ai 14 anni sono chiamati a pianificare e attuare da soli, che porta alcuni di loro ad andare a lavorare in fattoria o ad intraprendere viaggi ed escursioni.

LEGGI anche: Metodo Montessori: 10 principi per educare bambini felici

Agli allievi viene data un’ampia libertà, in modo che possano scegliere e autodeterminarsi. Il tutto, però, entro uno schema di regole relativamente rigido, che prevede anche delle “punizioni”: ad esempio, gli studenti che non utilizzano l’orario scolastico per dedicarsi alle materie di studio ma passano il tempo distraendosi o bighellonando sono tenuti a rientrare a scuola il sabato mattina, per una punizione chiamata “silentium”. Libertà, quindi, ma in un contesto abbastanza strutturato e tutt’altro che anarchico.

Gli ottimi risultati raggiunti dagli studenti delle ESBZ alla maturità hanno fatto sì che la scuola sia diventata un caso di studio e un modello di riferimento, osservato con attenzione da altri istituti privati in diverse aree della Germania. C’è chi sostiene che l’esperimento berlinese non sia comunque esportabile in altri contesti, visto che la maggior parte degli allievi dell’istituto proviene da famiglie benestanti e di idee progressiste. Ramsfeld respinge queste critiche, facendo notare che, al momento, l‘istituto conta 500 allievi, provenienti da contesti molto eterogenei: nonostante la religione sia una materia obbligatoria, infatti, solo un terzo degli studenti è battezzato, il 30% viene da famiglie di stranieri e il 7% di questi ultimi da famiglie in cui non si parla tedesco.

“Nel campo dell’educazione, si può creare il cambiamento solo dal basso: se gli ordini vengono dall’alto, le scuole vi resisteranno.” – conclude Rasfeld – “I ministeri sono come grandi petroliere: ci vuole molto tempo per metterli in moto. Dobbiamo essere come piccole barche veloci, per mostrare che le cose possono essere fatte diversamente.”

Lisa Vagnozzi

Photo credits

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook