Business del latte artificiale negli ospedali, scoppia lo scandalo in Calabria

Il Codacons ha denunciato il business del latte artificiale negli ospedali della Calabria, per fare luce su questa grave violazione della legge.

Il latte artificiale? Certamente è un affare fin troppo fruttuoso, tanto che sono ancora troppi i medici e le strutture che violano la legge pur di prescrivere determinate marche… Per questo il Codacons, in seguito a numerose segnalazioni, ha denunciato il grande business del latte artificiale, chiedendo l’intervento dei Nas negli ospedali calabresi. In questa regione italiana, come in molte altre, la violazione della legge è infatti la norma.

Secondo la Direttiva Europea 2006/141/CE, valida anche in Italia, “la pubblicità degli alimenti per lattanti è vietata in qualunque modo, in qualunque forma e attraverso qualsiasi canale” e “le lettere di dimissione per i neonati non devono prevedere uno spazio predefinito per le prescrizioni dei sostituti del latte materno”. Eppure in molti ospedali calabresi le mamme, subito dopo il parto, vengono dimesse con indicazioni precise sulla marca di latte da acquistare.

Segnalato, fra gli altri, il caso di una neo-mamma calabrese a cui era stato prescritto l’acquisto di latte in formula dopo 48 ore dal parto. Considerato che la montata lattea inizia entro 6 giorni, prescrivere così rapidamente un latte alternativo non aveva alcun senso.

Data la situazione, è stato fatto un appello al Ministro Grillo, nella speranza di mettere fine a questo business illegale, diffuso un po’ ovunque. Traffico che risulta potenzialmente dannoso non solo dal punto di vista della salute, considerato che per i lattanti, quando possibile, il latte materno è sempre da preferire, ma anche sotto il profilo economico, dato che il latte artificiale ha un costo non indifferente.

Nel frattempo si sta cercando di fare chiarezza anche sui volumi di finanziamenti e prodotti ricevuti dalle aziende produttrici di latte artificiale, chiedendo ai NAS di sanzionare le violazioni e verificare eventuali benefit dati dalle multinazionali agli ospedali calabresi coinvolti. Tutto ciò per mettere fine a una situazione davvero vergognosa: il fatto che il latte di un determinato marchio venga prescritto direttamente dagli operatori sanitari, consapevoli di quanto sia importante preferire il latte materno ai composti artificiali, è infatti ancora più grave, perché i genitori tendono a fidarsi di queste figure, venendo così doppiamente ingannati.

Senza contare che i latte artificiali hanno una composizione molto simile fra loro, imposta da una norma europea, nonostante i prezzi siano diversi a seconda del marchio. Cosa che mette ancora più in luce la scorrettezza degli ospedali coinvolti.

Cosa fare se ti hanno prescritto una marca di latte in polvere

Se gli operatori sanitari dovessero prescrivervi latte artificiale subito dopo il parto, potete segnalarlo all’Ibfan, associazione senza fini di lucro che, fra le altre cose, si occupa di “eliminare pratiche scorrette di commercializzazione di alimenti sostitutivi del latte materno… e degli accessori atti alla loro somministrazione da parte delle aziende che li producono o distribuiscono”, come si legge sul loro sito.

Lo scopo generale di Ibfan è infatti difendere il diritto alla salute di mamme e neonati in Italia, e nel mondo intero. Sul sito trovate un apposito campo per la segnalazione di violazioni, e una mail a cui scrivere, indicando dove e quando è avvenuta, allegando foto, scansioni o altre informazioni utili (clicca qui).

Laura De Rosa

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