Pfas: le sostanze pericolose trovate in decine di vestiti e prodotti per bambini certificati come sicuri ed ecofriendly

Un nuovo studio americano riaccende i riflettori sul problema delle certificazioni "green" che non sempre tra i loro criteri comprendono l'assenza di Pfas. Troppi prodotti per bambini, come vestiti e biancheria da letto, sono pieni di queste sostanze controverse

Sul mercato si trovano ormai un’infinità di prodotti per bambini che riportano “certificazioni verdi” ed etichettati come “non tossici”. Ma sono davvero così sicuri come dichiarato? Non esattamente. Talvolta contengono composti chimici controversi che possono rappresentare un pericolo per i più piccoli ed avere effetti negativi sulla loro salute.

Un esempio? Le famigerate sostanze perfluoroalchiliche, meglio note come PFAS. A rivelarlo è uno studio realizzato dall’organizzazione no-profit Silent Spring Institute che si occupa di cancro. I risultati emersi dalla ricerca sono allarmanti: tracce di PFAS sono state, infatti, rilevate in vestiti, biancheria da letto e altri prodotti certificati come ecofriendly, che i genitori (ignari di ciò che nascondono) acquistano per i loro figli.

I prodotti per bambini contaminati dai PFAS

Per lo studio, pubblicato, sulla rivista Environmental Science & Technology, il team di esperti di Silent Spring Institute ha testato 93 diversi prodotti destinati a bambini e adolescenti che vivono negli Usa, tra cui biancheria da letto, complementi d’arredo e abbigliamento. I ricercatori hanno selezionato appositamente quei prodotti etichettati come resistenti alle macchie, resistenti all’acqua, “verdi” e “non tossici”.

Quali risultati sono emersi dal monitoraggio? Ben 54 prodotti su 93 contenevano livelli non trascurabili di fluoro.

La concentrazione più alta è stata trovata in una maglietta dell’uniforme scolastica. – spiegano gli scienziati – I prodotti pubblicizzati come resistenti all’acqua o alle macchie, anche quelli etichettati come “verdi” o “non tossici”, hanno maggiori probabilità di contenere fluoro in concentrazione più elevate rispetto ad altri oggetti.

In un secondo momento i ricercatori hanno testato un sottoinsieme di prodotti, analzizando 36 diversi PFAS. Questi sono stati rilevati in vari prodotti etichettati come “resistenti all’acqua o alle macchie”. Ecco i dati chiave emersi dallo studio:

  • i PFAS sono stati rinvenuti più frequentemente in mobili, vestiti e federe per cuscini
  • i livelli più elevati di PFAS sono stati rilevati nelle federe per cuscini e nell’abbigliamento
  • il PFOA (acido perfluoroottanoico classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro come possibilmente cancerogeno per l’uomo) è stato trovato in vari prodotti, compresi quelli etichettati come “verdi” (quasi tutti provenienti dalla Cina)
pfas prodotti bambini

©Environmental Science & Technology

I rischi dell’esposizione ai PFAS per i bambini

Sapere che oggetti con cui entrano quotidianamente in contatto i più piccoli sono pieni di PFAS è tutt’altro che rassicurante. Diversi studi mettono in guardia sugli effetti di queste sostanze possono provocare problemi alla tiroide, al colesterolo e causare tumori.

“Ci sono anche prove che i PFAS riescano ad alterare il sistema immunitario, indebolendo potenzialmente l’efficacia dei vaccini infantili e la capacità dell’organismo di combattere le infezioni” sottolinea il team del Silent Spring Institute.

E sui bambini le conseguenze dell’esposizione costante alle sostanze perfluoroalchiliche si rivelano ancor più deleterie.

Gli organismi dei bambini sono ancora in via di sviluppo e sono particolarmente sensibili alle esposizioni chimiche – chiarisce a tal proposito la dottoressa Laurel Schaider del Silent Spring Institute – Ha senso che i genitori vogliano stare alla larga dai prodotti che contengono materiali che potrebbero avere un impatto sulla salute dei loro figli ora e in futuro.

Purtroppo oggi riuscire ad evitare del tutto i PFAS è praticamente impossibile. Questa categoria include oltre 9000 sostanze chimiche, usate in svariati settori: abbigliamento, tappezzeria, detergenza, prodotti per la casa e imballaggi. Ma non è ammissibile che tali inquinanti si trovino persino nei prodotti certificati come “verdi” ed “ecologici”.

I risultati del nuovo studio evidenziano la necessità per i certificatori verdi di includere i PFAS nei loro criteri e di condurre una revisione più approfondita dei prodotti che certificano – fa notare Kathryn Rodgers, ricercatrice presso la Boston University School of Public Health e co-autrice della ricerca – Le certificazioni verdi sono create da organizzazioni di terze parti e offrono garanzie che un prodotto non contenga determinate sostanze chimiche nocive. Tuttavia, le certificazioni variano nei loro standard di sicurezza e non coprono tutte lo stesso elenco di sostanze chimiche.

La questione dovrebbe toccare più da vicino pure chi commercializza determinati prodotti.

Anche i rivenditori devono svolgere un ruolo nel porre fine a questa scia tossica di inquinamento – conclude Mike Schade, direttore del programma Mind the Store di Toxic-Free Future. – Il potere di mercato si basa sulla fiducia. I clienti dovrebbero potersi fidare del fatto che i rivenditori in cui fanno acquisti vendano prodotti, in particolare  per bambini, che non sono pieni di PFAS.

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Fonti: Environmental Science & Technology/Silent Spring Institute

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