Passeggiate con i bambini: restano vietate in Lombardia e Campania

Si possono portare i bambini all’aperto ma solo nei pressi della propria abitazione e mantenendo la distanza di sicurezza. Lombardia e Campania dicono no.

AGGIORNAMENTO: Anche la Sicilia mantiene il divieto assoluto.

No da Lombardia e Campania alle passeggiate dei bambini all’aperto. Il chiarimento del Governo, che non è in realtà un nuovo decreto ma una apertura alla possibilità di far respirare l’aria aperta ai bambini, non è stato recepito da tutte le Regioni (e nemmeno da tutti i Comuni).

Il 31 marzo il Ministero dell’Interno ha emanato la circolare ‘Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale‘: non è un nuovo decreto, ma precisa che è da intendersi consentito ad un solo genitore camminare con i propri figli minori, in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione. Stessa apertura per disabili e anziani.

Tuttavia, con il decreto del 24 marzo approvato dal Consiglio dei Ministri, le Regioni (ma anche i Comuni) hanno facoltà di approvare misure più stringenti sul territorio di loro competenza sulla base dell’andamento locale dell’epidemia.

E così alcune di loro hanno respinto l’apertura del Viminale, confermando l’assoluto divieto di uscire di casa se non per i motivi di necessità (lavoro, spesa, farmaci). In particolare sono arrivate immediatamente proteste e successive ordinanze di Lombardia (alla quale hanno applaudito immediatamente alcuni sindaci del bergamasco) e la Campania, dove il governatore De Luca si è affrettato a confermare il categorico divieto.

“Se in un quartiere escono cinquecento genitori con bambini al seguito, chi controlla il distanziamento di almeno un metro tra genitore e genitore, fra bambino e bambino? – scrive il Presidente della Campania sulla sua pagina Facebook – Chi controlla che la passeggiata avvenga nelle vicinanze dell’abitazione? Chi controlla che l’uscita duri un’ora e non una mattinata? Chi controlla i motivi di necessità? Non oso neanche immaginare quello che succederebbe in queste condizioni, nel fine settimana di Pasqua. Sarebbe come dare il via libera a tutti: una tragedia”.

Resta dunque una situazione di disomogeneità, anche se il Governo precisa che le restrizioni, prorogate recentemente fino al 13 aprile, in realtà sono sempre le stesse.

Ci vorrebbe buon senso nell’estrema di difficoltà di controllare ogni singolo cittadino.

Ne abbiamo?

Fonti di riferimento: Nello Musumeci, Giulio Gallera, Vincenzo De Luca, Andrea Previtali, Camillo Bertocchi /Facebook

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