Parchi, boschi e spazi immensi: come giocano i bambini nelle città tedesche

Castelli di legno, sabbia, alberi su cui arrampicarsi, prati sempre puliti, attrezzi funzionanti e in ottime condizioni. Le città tedesche sembrano organizzate per essere vissute non solo dagli adulti, ma anche dai più piccoli, con spazi completamente dedicati a loro e al loro diritto di giocare, correre ed esplorare in piena libertà

Castelli di legno, sabbia, alberi su cui arrampicarsi, prati sempre puliti, attrezzi funzionanti e in ottime condizioni. Le città tedesche sembrano organizzate per essere vissute non solo dagli adulti, ma anche dai più piccoli, con spazi verdi completamente dedicati a loro e al loro diritto di giocare, correre ed esplorare in piena libertà.

Prima di tutto, una premessa: quello che scrivo è frutto della mia esperienza personale di italiana residente in Germania. Un’esperienza ovviamente limitata. Ben vengano, quindi, commenti che raccontano situazioni o punti di vista differenti: non possono che ampliare le nostre conoscenze e arricchire la discussione.

Torniamo, quindi, alle mie impressioni. Quando sono arrivata in Germania, sono rimasta immediatamente colpita dalla quantità e qualità del verde pubblico e, soprattutto, dalla diffusione delle aree gioco dedicate ai più piccoli, generalmente pulite e ben organizzate, con giochi e attrezzi fruibili da parte di bambini di fasce di età diverse e sempre in buone condizioni, grazie ad una manutenzione costante.

Proprio all’inizio della mia esperienza qui, mi è capitato di imbattermi in un’addetta della società che gestisce il verde pubblico che stava testando personalmente gli attrezzi di un’area per bambini. Ricordo anche che ne ha smontato e portato via uno, probabilmente difettoso, che sarebbe tornato al suo posto, perfettamente funzionante, qualche giorno dopo. Scene come questa, ho scoperto poi, si verificano con una certa regolarità.

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Parchi alberati e puliti, boschi a pochissimi chilometri dal centro città e altalene, vasche di sabbia e scivoli che fanno capolino un po’ ovunque, sui lungofiume o davanti alle attrazioni turistiche… gli spazi dedicati al gioco e all’immersione nella natura sono numerosi e a portata di mano, comodamente raggiungibili a piedi, in autobus, in metropolitana o in bicicletta. Questa fruibilità è sintomo, secondo me, di un modo di concepire gli spazi cittadini che è anche a misura di bambino. Come dire: la città appartiene a tutti e deve essere vissuta da tutti.

Se si considera che la maggior parte delle persone vive in appartamenti e non ha a disposizione cortili o giardini, è chiaro che la disponibilità e diffusione delle aree gioco facilita (e non poco) il compito dei genitori, migliorando la qualità della vita dei più piccoli e rendendo quartieri, strade e piazze più belli e accoglienti. E persino una città anonima, se costellata di piccoli polmoni verdi e spazi colorati, può diventare qualcosa di più. Senza contare, poi, la frequenza con cui è possibile imbattersi in scoiattoli, merli, coniglietti, corvi, pettirossi, passeri…

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Il contatto con la natura è anche alla base della “filosofia” seguita da genitori ed educatori tedeschi, che è piuttosto semplice e consiste grossomodo in questo: nel tempo libero, i bambini devono giocare, devono sporcarsi e, non importa se faccia caldo o freddo, se piova o se nevichi, devono stare il più possibile all’aria aperta. Adeguatamente vestiti, si intende.

Non a caso, il corredino di un bimbo in età prescolare comprende tutto il necessario per scorrazzare nei cortili, nei boschi e nei parchi in ogni stagione dell’anno: sgargianti tutine da pioggia, pantaloni da neve, stivali di gomma colorati, sciarpe, guantini imbottiti e impermeabili, cappelli e berretti per tutti i gusti e per tutti i climi.

Le scuole materne portano regolarmente i bambini a giocare nei parchi pubblici o nei boschi, spostandosi a piedi (i bambini più grandi camminano, mentre i più piccoli vengono trasportati su dei funzionali carretti), in autobus o in metropolitana. E, nel momento dello svago, i piccoli godono di una libertà pressoché assoluta, tanto da lasciare sbigottite noi mamme italiane, terrorizzate all’idea che possano farsi male e stupite nel vedere i nostri graziosi figlioletti trasformarsi in piccoli, inarrestabili selvaggi.

Li si vede correre a perdifiato, saltare nelle pozzanghere, arrampicarsi sugli alberi e in cima alle casette di legno delle aree gioco, rotolare per terra, fare ruote e capriole, dondolare a testa in giù e persino andare alla ricerca di folletti tra siepi e arbusti. E, d’estate, capita anche che qualche pargolo scorrazzi a piedi nudi, senza che ciò desti il minimo allarme o stupore negli adulti. D’altra parte, i parchi sono puliti e curati: i bambini possono fare i bambini ed essere spensierati, e i genitori sono più rilassati e più sereni che altrove.

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Personalmente, sono convinta che, per un bambino, sia una vera fortuna poter crescere in un contesto che presta attenzione alle sue esigenze, favorendo l’immersione nella natura e considerando la libertà di correre, giocare ed esplorare un diritto, e non un privilegio. Senza contare che organizzare le città anche a misura di bambino significa sostenere genitori e famiglie, rendendo la loro missione educativa un po’ meno ardua.

Foto e testi Lisa Vagnozzi

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