Basta sculacciate ai bambini! Anche il Galles le vuole vietare per legge

Il Galles fa un passo in avanti per eliminare la cosiddetta “punizione ragionevole” da parte dei genitori in vigore sin dai tempi vittoriani.

Il Galles potrebbe diventare il primo Paese del Regno Unito a vietare ai genitori le sculacciate ai propri figli. Il governo gallese, infatti, ha avanzato in questi giorni una proposta di legge per eliminare la cosiddetta “punizione ragionevole” da parte dei genitori in vigore sin dai tempi vittoriani.

Bando totale, quindi, allo “smacking”, per dirla con gli anglosassoni: le sberle, i ceffoni, gli scappellotti e in generale le punizioni corporali di qualunque tipo nei confronti dei bambini diventeranno illegali.

È ormai in più di 50 Paesi del mondo che le punizioni corporali sono state vietate per legge anche in ambito privato e familiare. E ora i ministri di Cardiff sperano che il Galles diventi il primo Paese del Regno Unito a impedire a padri, madri e tutori di picchiare i bambini per punirli.

Stiamo inviando un chiaro messaggio che la punizione fisica dei bambini non è accettabile in Galles”, dichiara Julie Morgan, vice ministro per i servizi sanitari e sociali.

Secondo una ricerca pubblicata lo scorso anno, un genitore su 10 in Galles ha dichiarato di aver recentemente picchiato il proprio bambino per gestire un comportamento considerato non corretto. Nel 2015 era uno su cinque. Secondo lo studio, l’81% dei genitori non è d’accordo con l’affermazione “A volte è necessario schiaffeggiare un bambino cattivo”.

Nel Regno Unito solo a scuola le punizioni corporali sono state vietate con l’Education Act del 1996 e l’unico caso in cui oggi è contemplata la forza sta nel pericolo immediato di infortunio dell’insegnante o in caso di rischio di danneggiamento della proprietà. Ad oggi, approvare una legge come quella proposta dal Galles è considerato dai più come l’ultimo passo per rendere illegale la punizione fisica dei bambini in tutte le situazioni, anche in famiglia.

Non c’è nulla di ragionevole nel punire fisicamente un bambino. Ancora di meno se l’approvazione di una punizione corporale passa nelle camere di un governo.

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Germana Carillo

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