Bimbe irrequiete? La colpa è del bisfenolo A in gravidanza

Ancora una volta si torna a parlare degli effetti nocivi del bisfenolo A, sostanza giudicata dannosa da molto studiosi e, per fortuna messa al bando in Europa almeno nei biberon. Secondo una ricerca condotta dalla Harvard School of Public Health, l’esposizione del feto al BPA durante la gravidanza comporterebbe disturbi emotivi e comportamentali al nascituro. Specie se a nascere sarà una femmina.

Ancora una volta si torna a parlare degli effetti nocivi del bisfenolo A, sostanza giudicata dannosa da molto studiosi e, per fortuna messa al bando in Europa almeno nei biberon. Secondo una ricerca condotta dalla Harvard School of Public Health, l’esposizione del feto al BPA durante la gravidanza comporterebbe disturbi emotivi e comportamentali al nascituro. Specie se a nascere sarà una femmina.

Presente comunemente in molte materie plastiche e adesive, il bisfenolo A ha iniziato a far discutere da tempo, tanto che la Ue ha stabilito il divieto di produrre biberon con questa sostanza cancerogena, che – nonostante gli studi sull’argomento – non sempre viene percepita come pericolosa.

Gli studiosi che hanno condotto la ricerca – pubblicata anche sulla rivista Pediatrics – hanno esaminato e seguito un campione composto da 244 madri e alla fine sono arrivati a concludere che le bambine soggette ad ansia, depressione e iperattività erano figlie di donne che durante la gravidanza avevano alti livelli bisfenolo nelle urine. Più calme invece le bambine le cui mamme avevano livelli più bassi.

La particolarità di questa sostanze è che in realtà non è il bimbo ad entrare direttamente in contatto con il BPA, ma la madre durante la gestazione e gli effetti scatenati dal bisfenolo differiscono profondamente in base al sesso del nascituro.
Durante la gestazione, e non nell’infanzia, l’esposizione al BPA può avere un impatto negativo sulle funzioni neuro comportamentali, – hanno detto gli studiosi che hanno condotto la ricerca – e le ragazze sembrano essere più sensibili al BPA rispetto ai ragazzi. La nostra esposizione al BPA è onnipresente a causa dei tanti prodotti di uso comune – hanno continuato gli scienziati – ma se realmente ci sono collegamenti tra l’esposizione in utero e problemi di salute successivi dobbiamo adottare misure efficaci per ridurre l’esposizione a questa sostanza. La UE, quindi, deve agire ora per proteggere le generazioni future da rischi per la salute. Le donne in gravidanza e le persone in età riproduttiva devono essere la massima priorità”.

In realtà, per avere maggiori dettagli e certezze, i ricercatori effettueranno una serie di ulteriori analisi; certo è che il bisfenolo A si conferma come sostanza dannosa.

Un possibile effetto, tuttavia, riguarda anche la difficoltà nel controllare le proprie emozioni, nonché la carenza di freni inibitori. Si tratta di manifestazioni che in ogni caso possono rendere difficile e poco serena sia l’infanzia sia la prima adolescenza. Secondo Elisabeth Salter Green, a capo della CHEM Trust, ente di beneficenza che mira a proteggere dai prodotti chimici nocivi, gli esiti di questa ricerca rappresentano un ulteriore punto a sfavore del bisfenolo che andrebbe bandito da tutti i prodotti che vengono in contatto con mamme e bambini.

Verdiana Amorosi

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