I “figli del lockdown” sono più lenti a raggiungere traguardi importanti del loro sviluppo cognitivo. Lo studio

L'isolamento dagli adulti e dagli altri bambini avrebbe rallentato lo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini nati durante la pandemia, come dimostrato da questo studio condotto nel Regno Unito

I bambini nati durante le prima fasi della pandemia da Covid-19, che hanno vissuto i primi mesi della propria vita chiusi in casa in lockdown, sarebbero stati più lenti a sviluppare abilità quali parlare, camminare, indicare o salutare rispetto ai bambini nati prima della pandemia, ma avrebbero avuto maggiori probabilità di sviluppare l’abilità del gattonare.

È quanto emerge da uno studio irlandese che ha osservato lo sviluppo sociale di circa 660.000 bambini nati fra marzo e maggio del 2020, quando le restrizioni legate al Covid e l’uso delle mascherine hanno messo fine a molte attività sociali – come ad esempio gli incontri al parco con gli altri bambini, le coccole dei nonni, gli asili nido.

Si pensi che, considerando il campione di indagine, un bambino su quattro non ha mai incontrato un suo coetaneo nel primo anno di vita, poiché la sua famiglia era in contatto con pochissime persone all’esterno del nucleo familiare. Inoltre, la paura del contagio ha portato molti genitori a evitare anche semplici passeggiate all’aria aperta con i propri bambini.

Ma quali effetti hanno avuto queste limitazioni così stringenti sullo sviluppo delle abilità cognitive dei piccoli? I ricercatori hanno chiesto ai genitori del campione d’indagine di osservare e valutare la capacità dei propri figli di gattonare, di raccogliere piccoli oggetti fra pollice e indice, di scandire correttamente una parola, e di compiere altre azioni che rappresentano traguardi importanti nel processo di crescita.

Stando ai risultati raccolti, il blocco causato dalla diffusione del virus avrebbe avuto un effetto piccolo ma misurabile sullo sviluppo del linguaggio e di altre capacità dei piccoli: rispetto ai bambini nati prima della pandemia, i “figli del lockdown” hanno mostrato una minore capacità di articolare una parola in modo chiaro, di indicare persone o oggetti, di salutare con la mano.

Ciò sarebbe dovuto al fatto che i bambini hanno trascorso quasi tutta la loro breve vita in casa, in un ambiente familiare, e sempre con le stesse persone: queste condizioni hanno portato a non aver nulla di nuovo da indicare e nessuno da salutare – condizioni che hanno rallentato lo sviluppo di queste abilità.

L’unica abilità in cui i bambini nati durante la pandemia sembrano essere più avvantaggiati rispetto a chi è nato prima del Covid sembra essere quella di gattonare, e anche in questo caso il motivo è semplice: i piccoli hanno trascorso più tempo a terra, liberi di gattonare in casa, piuttosto che legati ai seggiolini o nei passeggini.

Ma non c’è bisogno di preoccuparsi: non si tratta di ritardi permanenti, ma solo di un rallentamento nello sviluppo che può essere recuperato attraverso il ritorno a una vita normale e alla socialità di cui l’essere umano ha bisogno per crescere e svilupparsi.

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Fonte: Archive of Disease in Childhood

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