In Turchia il Governo ha distrutto più di 300.000 libri di scuole e biblioteche pubbliche

Negli ultimi 3 anni il governo turco ha eliminato più di 300.000 libri ritenendoli sconvenienti perché legati al predicatore Fethullah Gülen.

Più di 300.000 libri, 301.878 per l’esattezza, di scuole e biblioteche pubbliche, distrutti in tre anni dal governo turco di Recep Tayyip Erdoğan, lo ha annunciato il Ministero della Pubblica Istruzione turco e la notizia è stata riportata per la prima volta dal quotidiano Hürriyet, e successivamente da siti turchi di protesta come il Turkey Purge, che segnala atti di censura e repressione nel paese.

Il motivo? Erano collegati, stando al governo, al predicatore turco Fethullah Gülen, accusato da Erdoğan del colpo di stato del 15 luglio 2016.

La distruzione di libri non è mai un buon segno, e di certo non è un gesto democratico, ma purtroppo in Turchia diverse Ong di diritti umani accusano da tempo il governo di Erdoğan di autoritarismo: case editrici e diversi giornali sono stati chiusi in questi anni e molti intellettuali accusati di aver organizzato o partecipato al colpo di stato del 2016.

Secondo il Guardian, che ha riportato per primo la notizia in Occidente, da tempo ormai il governo turco sta eliminando testi ritenuti scomodi, per esempio nel 2016 1 milione e 800mila libri di scuola furono ritirati e ristampati perché contenevano la parola “Pennsylvania”, stato americano in cui è esiliato l’acerrimo nemico di Erdoğan, Fethullah Gülen.

Subito dopo il colpo di stato del 2016 vennero chiusi più di 200 media ed editori, moltissimi accademici furono licenziati, le voci critiche verso il governo zittite.

Persino Wikipedia, come riportato da PEN International, anni fa è stato bloccato dal governo, che ha così dimostrato per l’ennesima volta di essere contrario alla libertà di espressione. E nonostante le numerose proteste, i libri continuano a sparire. 300.000 testi distrutti in soli 3 anni non sono pochi!

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Laura De Rosa

Photo Credit: Turkey Purge

 

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