Chi di noi non conosce l'Urlo di Munch? Alla sua origine, potrebbero esserci state delle particolari nubi, chiamate madreperlacee

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Chi di noi non conosce l’Urlo di Munch? Uno dei dipinti più noti dell’artista norvegese è contraddistinto da un viso deforme, con la bocca spalancata e l’espressione sorpresa, impaurita. Ebbene, alla base di quella paura potrebbero esserci state delle particolari nubi.
Sono le cosiddette nuvole di madreperla o madreperlacee. Secondo un team di scienziati norvegesi, Munch sarebbe stato ispirato da un cielo pieno di queste nubi, un fenomeno raro e indimenticabile.
Le nubi madreperlacee si formano nella stratosfera ad altezze che variano tra 15.000 e 25.000 m sul livello del mare. Esse nascono con temperature sotto −78 °C, valori che si raggiungono nella bassa stratosfera durante l‘inverno polare.
Queste temperature sono poco frequenti nell’emisfero settentrionale dove però possono formarsi a causa di onde sottovento che provengono dalle alte montagne. È probabile che forti venti in quota e profonde depressioni ne favoriscano la formazione.
A causa della loro altitudine e della curvatura della Terra, le nubi madreperlacee ricevono la luce solare da sotto l’orizzonte e sono osservabili prima dell’alba o dopo il tramonto. I colori derivano dalla combinazione della luce del sole sui piccoli cristalli di ghiaccio.
“Le nuvole di madreperla appaiono irregolarmente nella stratosfera invernale alle alte latitudini nordiche, circa 20-30 km sopra la superficie della Terra”, hanno spiegato i ricercatori in occasione della presentazione all’Assemblea Generale dell’Unione Europea delle Geoscienze (EGU).“La gamma di dimensioni delle particelle di nuvole è vicina a quella della luce visibile, e ciò spiega i loro straordinari colori. Noi sosteniamo che il pittore norvegese Edvard Munch fosse terrorizzato dopo aver visto il cielo farsi improvvisamente ‘rosso sangue’ dopo il tramonto. È molto probabile che si siano formate le nuvole di madreperla”.
Secondo queste nuove ipotesi, l’artista si sarebbe ispirato a quell’evento per realizzare il suo celebre dipinto, dove dietro la figura umana il cielo è attraversato da linee ondulate e colorate, tendenti al rosso e al giallo.
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Tuttavia, secondo altre teorie, l’artista da anni osservava i tramonti colorati che seguirono l’eruzione del vulcano Krakatoa nel 1883, circa 10 prima della realizzazione della prima versione dell’Urlo.