12 anni senza Lucio Dalla, il cantautore che sapeva guardare lontano e proteggeva il mare

L'1 marzo di 12 anni fa ci lasciava Lucio Dalla, uno dei cantautori più importanti e necessari della canzone italiana, un artista profondo e carismatico, che ha scritto una delle pagine più valide e irripetibili del nostro cantautorato.

Lucio Dalla, nato a Bologna il 4 marzo del 1943, non è mai stato una cosa sola: osservatore attento e scrupoloso, sguardo curioso e lucido, ha sperimentato più generi, dalla beat alla canzone d’autore, fino ad approdare al pop; dapprima è stato solo compositore, poi anche paroliere. Dalla è stato un artista lungimirante, capace di fotografare la realtà facendone un racconto poetico e travolgente. Un racconto che, dopo tanti anni, è ancora attuale, commovente e interessante.

Parlare di cantautorato, in Italia, significa raccontare uno dei pilastri più importanti, e certamente più validi, su cui pone le basi lo straordinario successo della nostra musica nel mondo. Da Modugno a Gino Paoli, da Lauzi a Gaber, da Tenco a Dalla, i nostri cantautori hanno saputo parlare del nostro Paese e più spesso dei loro sentimenti più intimi, hanno denunciato il sistema attraverso la satira e una pungente ironia e hanno raccontato l’amore con disincanto e trasporto, complice una lingua, la nostra, capace di creare immagini ricche di sfumature e dense. La personalità artistica di Lucio ha saputo attraversare più e più decenni senza mai uscirne compromessa. Anzi, si è ritagliata uno spazio, all’interno del cantautorato italiano, che è suo soltanto e gli apparterrà per sempre. Ironico, romantico, scanzonato, divertito, nostalgico, Dalla ha raccontato tutte le sfumature dell’animo umano con la sua penna profonda e arguta.

Si fa presto a scrivere belle canzoni. Si fa un po’ meno presto, tuttavia, a scrivere brani intramontabili, stratificati, capaci di rivelare significati profondi ad ogni ascolto e dopo decenni. Pezzi intimi, che hanno il potere di essere universali, di nascere nell’intimità di una stanza e diventare la verità di milioni di persone. Nessuna canzone di Lucio Dalla tramonterà, ma ognuna catturerà l’attenzione di tante generazioni ancora. Del resto, l’ha detto anche lui in Caruso: “Ma sì, è la vita che finisce, ma lui non ci pensò poi tanto. Anzi, si sentiva già felice e ricominciò il suo canto“.

Non solo musica

Artista straordinario, sì, ma Lucio Dalla è stato anche e soprattutto un uomo attento, scrupoloso, con uno sguardo lucido sul presente e sui problemi ambientali della nostra epoca. Si è battuto in prima linea contro le trivellazioni nel mare Adriatico. Durante una manifestazione tenutasi a Termoli, contro le trivellazioni al largo delle Isole Tremiti da parte della Petrolceltic Italia, si è unito in prima persona agli altri manifestanti e ha urlato insieme a loro il proprio dissenso. Ecco le sue parole in quell’occasione:

Cari amici e cari concittadini, non sono qui come un cantante ma come un cittadino del mare perché questo obbrobrio e questa stupidità non minaccino la nostra sopravvivenza. Dobbiamo cominciare a pensare in maniera diversa. Guai a perdere la coscienza della nostra cultura. Quando scrissi Come è profondo il mare, non avrei mai pensato che, 32 anni dopo, mi sarei ritrovato qui di fronte una situazione del genere, tra le trivelle

Il 30 giugno del 2011, pochi mesi prima di morire, è stato direttore artistico del festival Il mare e le stelle, presso l’Isola di San Domino. In quell’occasione, si era esibito gratuitamente insieme ad artisti, tra cui Renato Zero e Francesco De Gregori, per tenere alta l’attenzione su una delle zone delle nostra penisola maggiormente bisognose di essere tutelate dagli sciacalli dell’oro nero.

I brani più belli

Ripercorriamo la storia di Lucio Dalla attraverso alcuni dei brani più importanti della sua carriera.

Futura (1980)

Com’è profondo il mare (1977)

Anna e Marco (1979)

La sera dei miracoli (1980)

4 marzo 1943 (1971)

Disperato Erotico Stomp (1977)

Le rondini (1990)

Cara (1980)

Tu non mi basti mai (1996)

Caruso (1986)

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