Così è stata ritrovata la tomba medievale più lussuosa d’Europa: la vera storia del nuovo film Netflix

Disponibile da pochi giorni su Netflix, La nave sepolta è un film diretto da Simon Stone tratto dall’omonimo romanzo del 2007 di John Preston.

Anno Domini 1939, viene portato alla luce uno dei reperti storici più significativi mai trovati sulle isole britanniche: lo scheletro di una nave di oltre 25 metri, che costituisce quello che passerà alla storia come “il tesoro di Sutton Hoo”, la più ricca tomba altomedievale d’Europa. È l’Inghilterra all’alba della Seconda Guerra Mondiale e quella sorprendente scoperta è ora la trama di The Dig, La nave sepolta, un dramma storico in cui la storia stessa viene sottoposta al microscopio.

Disponibile da pochi giorni su Netflix, La nave sepolta è un film diretto da Simon Stone tratto dall’omonimo romanzo del 2007 di John Preston e con Ralph Fiennes e Carey Mulligan, che interpretano rispettivamente Basil Brown, archeologo alle prime armi, ed Edith Pretty, vedova aristocratica proprietaria della vasta tenuta di Sutton Hoo, tra Ipswich e la costa est inglese.

Il film è un dramma che va oltre l’evento archeologico, ma costituisce una sorta di tributo al lavoro e all’impegno della Pretty e di Basil Brown. La loro curiosità ha acceso una storia che oggi è esposta e occupa un posto privilegiato al British Museum di Londra.

La storia

Nel 1926, il colonnello dell’esercito britannico Frank Pretty e sua moglie Edith acquistarono una casa nella città di Sutton Hoo, nella regione di Suffolk. Era questo un terreno di eccezionale rilevanza: una vasta area che presentava 18 tumuli funerari e alcune misteriose e piccole colline, probabilmente opere umane. Quando il militare morì nel 1934, la donna, che da giovane aveva viaggiato in Egitto e aveva visto suo padre scavare un monastero cistercense, chiese al vicino Museo di Ipswich un’indagine archeologica per chiarire cosa fosse nascosto sotto terra.

Il lavoro fu affidato a un archeologo dilettante, Basil Brown, figlio di un contadino che aveva abbandonato la scuola all’età di 13 anni. Iniziò nel giugno 1938 con lo scavare un primo tumulo che gli permise di identificare diversi manufatti risalenti all’alto medioevo e caratteristici rivetti in ferro sulle navi. L’estate successiva venne confermato che si trattava di una nave funeraria anglosassone del VII secolo.

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©Netflix

È la scoperta della mia vita – scrisse Brown nel suo diario. E una delle più importanti dell’umanità: il tesoro di Sutton Hoo, la più ricca tomba altomedievale d’Europa”.

Ma non fu, quella, una missione esclusiva di Brown. Quando si diffuse la notizia che un dilettante stava scoprendo un sito che poteva essere unico al mondo, giunse immediatamente sul posto un gruppo di professionisti del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Cambridge. Lo scavo scientifico, guidato da Charles Phillips, iniziò nel luglio 1939e in 17 giorni furono portati alla luce una serie di pezzi eccezionali: monete e spille in oro massiccio, un elmo raffinato decorato con varie figure, armi – uno scudo, una spada, un pugnale e un’ascia – uno scettro, un portabandiera, calderoni e calici di bronzo e persino una lira.

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©Netflix

Tutti gli oggetti brillavano alla luce del sole come il giorno in cui furono sepolti”, annotò Basil Brown nel suo diario.

Il set comprendeva elementi di varie origini europee e del Mediterraneo bizantino e gli esperti stabilirono si trattasse di un corredo funerario molto ricco, situato in una camera funeraria che si trovava al centro di una navata lunga 27 metri per 4,5 metri di larghezza. Sebbene il corpo non apparisse, le dimensioni della tomba e la complessità del rito hanno mostrato che era destinato a una persona molto potente del VII secolo. Gli specialisti ritengono che potrebbe essere quello di Raedwald, re dell’East Anglia, uno dei regni dell’Inghilterra meridionale, morto intorno all’anno 625.

La campagna di scavi si concluse il 25 agosto. Una settimana dopo, la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania dopo l’invasione nazista della Polonia. Nel 1942 Sutton Hoo fu confiscato dallo Stato e utilizzato come campo di addestramento per i carri armati dell’esercito britannico.

I lavori sul sito ripresero tra il 1965 e il 1971, guidati dall’accademico e archeologo Rupert Bruce-Mitford. Il suo lavoro fu fondamentale, scavando la nave nella sua interezza e restaurando molti dei pezzi venuti alla luce nel 1939. Il progetto di studio di Sutton Hoo è stato ripreso negli anni ‘80 e ‘90 e la sua direzione è stata assegnata a Martin Carver, professore di archeologia all’Università di York. Dopo aver analizzato il resto del sito con nuovi strumenti tecnologici, è stata scoperta una cronologia di occupazione che andava dal Neolitico ad oltre l’VIII secolo: insediamento agricolo nell’età del bronzo, abbandono e riutilizzo durante l’occupazione romana della Gran Bretagna e conversione in cimitero nobile alla fine del VI secolo, con sepolture simili a quelle registrate in Scandinavia durante l’età vichinga.

Il messaggio del film Netflix? Lo dice Fiennes alla BBC:

Penso che sia interessante e forse fortunato che il film esca quando siamo in un altro periodo di incertezza a causa di Covid. Spero che le persone ne traggano un messaggio positivo, su ciò che possiamo ottenere attraverso uno sforzo e una determinazione comuni”.

Fonte: BBC

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