Dumbo di Tim Burton: curiosità sul film e differenze con il cartone Disney

Scopri tutte le curiosità sul Dumbo di Tim Burton e le differenze sorprendenti rispetto al classico Disney.

Due occhioni tondi e blu e orecchie grosse e lunghe che fanno da contorno al muso di un cucciolo. La nostra generazione mantiene impresso nella memoria quell’elefantino dolce e goffo, quel Dumbo prima versione che (nel secolo scorso!) si classificò a pieno titolo tra i grandi classici Disney. La versione di Tim Burton promette meraviglie e lo fa con un live-action (i personaggi sono attori in carne e ossa) dal suo stile dark inconfondibile.

Basata su una storia per bambini scritta da Helen Aberson e illustrata da Harold Pearl, quella di Dumbo ha commosso grandi e piccini di tutte le epoche e, se nel film del 1941 l’elefantino arrivava dalla mamma portato da una cicogna, un scena tenera e divertente allo stesso tempo, ora Burton nasconde il piccolo pachiderma sotto un cumulo di fieno. È da qui che fa la sua prima apparizione, dolce, incerta, scapicollata.

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Timido e impaurito, Dumbo si mantiene per un po’ sotto tra i fili di fieno, tenta di “difendersi” spruzzando acqua, mentre Holt (Colin Farrell, reduce da guerra senza un braccio) gli sussurra di non aver paura. Ma il tempo che un occhietto di Dumbo si intraveda perché l’elefantino si terrorizzi completamente e rotoli fuori in venti secondi rocamboleschi. Qui ad aspettarlo ci sono tutte le maestranze del circo che lo guardano con sospetto e Max (un Danny DeVito d’eccezione) che esclama sbalordito “Che cos’è quello?!”.

dumbo scenaInsomma, nemmeno nella versione 2019 di Burton potevano sfuggire, sin dalla primissima scena in cui Dumbo appare, le sue orecchie grandissime, abnormi. Lui, il piccolo elefante, rimane lì fermo a ricambiare uno sguardo tutto orecchie e proboscide, mentre la sua mamma sbotta e barrisce. Una scena che va dritto al cuore, lo stringe e lo travolge, nel sussulto di chi sa di avere davanti una favola che non ha tempo.

Con l’arrivo di Dumbo e, soprattutto, con la scoperta dei figli di Holt che lo vedono capace di volare, il piccolo circo conoscerà una inaspettata popolarità, attirando l’attenzione del ricco Vandever proprietario di Dreamland, un parco dei divertimenti che somiglia più al Dismaland di Banksy (cit. Davide Turrini).

L’emozionante prima apparizione di Dumbo

Da qui è storia che si conosce, ma nella lettura più dark e visionaria di Burton c’è chi ha visto la metafora dell’emarginazione e dell’anticonfomismo, rimanendo salde alcune scene del classico del ’41, come l’intreccio delle proboscidi tra Dumbo e la mamma, le atmosfere malinconiche e la voglia di una rivincita.

In questo film gli animali non sono più antropoformizzati e gli umani fanno da tramite per realizzare i loro desideri, al suon di un’unica ragione: quando tutto sembra perduto, trova il coraggio che è in te.

La tenerezza di un cucciolo interamente ricreato al computer (e per molti dei nostri figli sarà la novità assoluta…) già promette di far sognare ed emozionare, perché “non conta chi o cosa siete, potrete sempre spiccare il volo”.

Curiosità sul film

Iniziamo con la location delle riprese, che si sono svolte principalmente nei Pinewood Studios del Buckinghamshire. Il film non si limita a raccontare la storia di un elefantino in grado di volare, è anche il racconto di due circhi distinti: il malandato Circo Medici itinerante gestito da Max Medici (interpretato da Danny DeVito) e il magico e all’avanguardia Dreamland di V.A. Vandevere (interpretato da Michael Keaton). Entrambi i circhi sono stati costruiti all’interno degli studi di Pinewood, e il risultato è straordinario.

Sotto il profilo cromatico, il film si distingue per una palette di colori molto più vivida rispetto allo stile solitamente cupo di Burton (con atmosfere che richiamano quelle di Big Fish). La produzione è stata monumentale: le scene ambientate al circo coinvolgevano simultaneamente tra le 500 e le 600 persone, raggiungendo punte di 700 in alcuni momenti. Un’impresa impressionante che ha contribuito a dare vita a un mondo cinematografico ricco di vitalità e spettacolo.

Un’altra curiosità più divertente invece, sul set, era presente un contenitore appositamente dedicato alle parolacce. Ogni volta che un attore utilizzava un linguaggio forte, era obbligato a versare una somma di denaro nel barattolo. Al termine delle riprese, l’intero importo accumulato è stato devoluto a scopo benefico. Si racconta che Colin Farrell fosse particolarmente incline a questo comportamento e abbia contribuito in modo significativo alla somma totale raccolta. Questo divertente e altruistico rituale ha reso non solo il set più leggero, ma ha anche generato un impatto positivo attraverso la generosa donazione di beneficenza.

Differenze con il cartone Disney

La prima sostanziale differenza tra il film e il cartone Disney è che gli animali non sono dotati della capacità di parlare. Mentre nel classico animato i personaggi animali comunicavano verbalmente con il protagonista e tra loro, nella nuova interpretazione live-action si sceglie di privilegiare una narrazione diversa, forse più ancorata alla realtà, enfatizzando l’uso di espressioni e comportamenti per comunicare le emozioni degli animali.

Il Dumbo diretto da Tim Burton si discosta notevolmente dalla versione classica Disney in quanto non è un film musicale. Pur conservando alcuni elementi sonori e cantati, e mantenendo riferimenti all’originale, la pellicola si distingue per la sua scelta di non seguire il tradizionale approccio musicale.

Il live-action di Dumbo, diretto da Tim Burton, presenta un personaggio assente nel Classico Disney: il villain interpretato da Michael Keaton. Questo nuovo elemento aggiunge una dimensione inedita alla storia, offrendo uno sguardo diverso e più complesso.

Inoltre, un altro cambiamento significativo rispetto alla versione animata è rappresentato dal fatto che nel live-action Dumbo vola portando su di sè delle persone. Questo particolare aspetto, non presente nella versione originale, amplia l’immaginario del film, introducendo nuove dinamiche e situazioni che contribuiscono a rendere la storia più avvincente e coinvolgente per il pubblico.

Buona visione a tutt*! Preparate i fazzoletti

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