Nessuno tocchi il David di Michelangelo! Vietato usare l’immagine dei monumenti senza permesso, la sentenza del Tribunale di Firenze

Con una sentenza storica, il Tribunale di Firenze ha stabilito l’esistenza del diritto d’immagine per i beni culturali, a partire da una causa intentata dalla Galleria dell’Accademia contro una nota casa editrice

Una sentenza inaspettata del Tribunale di Firenze vuole fare storia. Non solo infatti ha tutelato l’uso dell’immagine della statua del David di Michelangelo per usi non autorizzati a fini commerciali, ma ha anche stabilito l’esistenza del diritto d’immagine per i beni culturali.

Si tratta di un precedente che potrebbe aprire un fiume in piena, spalancando la strada alla tutela del diritto d’immagine per qualsiasi opera o complesso monumentale, dai quadri di Leonardo da Vinci alle statue del Buonarroti, passando per il Colosseo, per la Fontana di Trevi o ancora per Pompei o il Ponte di Rialto a Venezia.

L’immagine del David usata senza autorizzazione

Ma cos’è accaduto? Tutto è iniziato da una causa da parte della Galleria dell’Accademia, che custodisce il David di Michelangelo, contro una famosa casa editrice. Intentata con i tecnici dell’Avvocatura di Stato, si è scagliata nella fattispecie contro il magazine GQ che per una copertina ha usato l’immagine del David senza autorizzazione e senza pagare alcun canone.

I fatti risalgono al luglio 2020. Il capolavoro era stato pubblicato in chiave apertamente pubblicitaria, modificando la scultura con il meccanismo della cartotecnica lenticolare e quindi sovrapponendola all’immagine di un modello.

Ciò che ne era uscito era una sorta di ologramma in cui da una parte si vedeva il David e dall’altra un modello simile. L’effetto era sicuramente suggestivo, ma c’era un problema. Secondo il Museo e le tesi avanzate dall’Avvocatura di Stato – e poi accolte dal Tribunale – la rivista non aveva avuto alcuna autorizzazione a pubblicare il David.

La sentenza storica del Tribunale di Firenze

Veniamo dunque alla sentenza. Il Tribunale di Firenze ha riconosciuto che la riproduzione non autorizzata della statua del Michelangelo ha determinato un danno di carattere patrimoniale, legato al mancato pagamento del canone per l’uso del bene comune. Questo è stato calcolato in 20.000 euro, così come da tariffario del Museo.

A ciò si aggiunge un danno di natura non patrimoniale, quantificato in 30.000 euro, poiché la società editoriale con la tecnica lenticolare

ha insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David di Michelangelo a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l’alto valore simbolico ed identitario dell’opera d’arte ed asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale.

L’immagine dei beni culturali è espressione dell’identità culturale della nostra Nazione

C’è inoltre un passaggio chiave che il Tribunale di Firenze ha stabilito, ovvero che l’immagine dei beni culturali è espressione dell’identità culturale della nostra Nazione e della sua memoria storica da tutelare.

E qui arriviamo alla riflessione con cui abbiamo iniziato: per questo motivo questa sentenza è così importante in quanto potrebbe fare davvero la differenza sul diritto di immagine delle opere d’arte italiane.

Una battaglia che la direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze Cecilie Hollberg, promotrice dell’azione civile, sta combattendo da tempo. Per lei è già la seconda conquista dopo la vittoria in tribunale nel 2017 contro i bagarini che usavano l’immagine del David a fini commerciali senza il permesso dalla Galleria dell’Accademia di Firenze.

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Fonte: Ansa

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