Il tuo integratore è facilmente assimilabile dal corpo? ll test rapido fai-da-te per verificarlo

Non tutti gli integratori si sciolgono nel corpo e vengono assorbiti. Un test ci aiuta a capire se il nostro si disgrega correttamente

Gli integratori, negli ultimi anni, sono diventati prodotti sempre più popolari. Una nuova inchiesta presentata da Il Salvagente ha dimostrato però che 1 integratore su 2 (dei 108 testati) non si scioglie correttamente all’interno del corpo e di conseguenza è inutile. Ecco allora un test rapido che possiamo fare velocemente a casa per valutare se la nostra compressa si disgrega al meglio.

Da quando c’è il covid si parla spesso di assumere alcune vitamine (ad esempio la vitamina D o la vitamina C) ma anche minerali come lo zinco o proteine come la lattoferrina. In realtà, già da tempo, anche in Italia, spopolano integratori di vario genere e in vari formati.

Sulla reale efficacia (e sicurezza) di questi prodotti, soprattutto se scelti “fai da te” e senza essere supportati da un esperto, ci sarebbe molto da dire ma c’è stata già occasione in precedenti articoli.  (Leggi anche: 5 cose che dovresti assolutamente sapere prima di assumere qualsiasi integratore).

Ora una nuova indagine, condotta dalla professoressa Fabiana Quaglia, ordinario di Tecnologia e legislazione farmaceutiche all’Università degli studi di Napoli Federico e presentata da Il Salvagente, svela un particolare importante: non tutti gli integratori si sciolgono correttamente nell’organismo.

In pratica, la metà dei campioni (54 su 108 tra cui vi erano multivitaminici, integratori di aminoacidi, a base di alghe o oli essenziali), analizzati simulando il transito intestinale non sono riusciti ad arrivare a destinazione. Ovvero, se assunti realmente da una persona, questi integratori non sarebbero stati assorbiti dall’organismo ma semplicemente eliminati così come erano entrati. La loro assunzione quindi si è rivelata completamente inutile dato che, non sciogliendosi, non possono neppure rilasciare il loro prezioso contenuto.

Il problema riguarda in particolare le compresse (e non le capsule di gelatina che sicuramente si disgregano).

La corretta degradazione all’interno dell’organismo deriva dalla scelta degli eccipienti e dalle modalità di produzione ma, la cosa che stupisce e non poco, è che la legislazione europea sugli integratori alimentari non prevede test obbligatori per valutare la capacità di questi prodotti di degradarsi correttamente all’interno dell’organismo.   

Un fattore essenziale, invece, che può creare un grave danno al consumatore, se convinto di assumere un integratore efficace che invece non può venire assorbito.

Ma come possiamo capire se il nostro integratore in compresse si scioglie correttamente?

Il test rapido fai da te 

Chi vuole testare in maniera casalinga il proprio integratore in compresse per valutare se effettivamente si disgrega, può fare questo semplice e rapido esperimento che, ovviamente, non può essere affidabile al pari di un vero e proprio test di laboratorio ma comunque può dare un’indicazione utile.

A spiegare i passaggi per realizzarlo è ConsumerLab.com, che si occupa di fare test indipendenti e fornisce informazioni utili ad individuare i prodotti di maggiore qualità. In merito agli integratori il portale ricorda:

la maggior parte degli integratori deve prima disintegrarsi (“rompersi”) e dissolversi (“andare in una soluzione liquida”) nell’intestino affinché i loro ingredienti vengano assorbiti ed entrino nel flusso sanguigno. Le pillole che non si disintegrano correttamente non possono dissolversi ed essere assorbite; passeranno semplicemente attraverso il corpo inutilizzate. (…) Una cattiva disintegrazione è più comune con integratori vitaminici e minerali. Tuttavia, anche altri prodotti, compresi i prodotti erboristici, venduti in compresse o compresse ben confezionate o molto rivestite, possono presentare una scarsa disintegrazione. La maggior parte delle capsule, al contrario, si sfalda facilmente e la maggior parte dei prodotti masticabili (se masticati) si disintegrano. Una cattiva disintegrazione può derivare da pratiche di produzione e controlli di qualità scadenti.

Ma arriviamo al vero e proprio test. Ecco i passaggi da seguire:

  • Riscalda una tazza d’acqua in una tazza resistente al calore sulla parte della piastra riscaldante di una macchina da caffè a 98,6 ° F (temperatura corporea, ovvero 37°). (Si fa riferimento al tipico bollitore americano ma possiamo far arrivare l’acqua alla stessa temperatura anche con altri sistemi).
  • Per controllare la temperatura in maniera rapida si può usare un termometro a lettura istantanea da non appoggiare però sul fondo della tazza dove il calore è più intenso, il che darebbe una falsa lettura della temperatura.
  • Metti la compressa nell’acqua calda, mescolando continuamente per 30 minuti, senza toccare l’integratore all’interno e mantenendo la temperatura vicino a 37°. Se necessario, muovere la tazza sul fuoco per mantenere una temperatura costante.
  • Le compresse normali dovrebbero disintegrarsi entro 30 minuti.

Si specifica però che questo test potrebbe non funzionare con prodotti a “rilascio programmato” o “rilascio prolungato” ma anche con prodotti “masticabili”, che devono essere scomposti appunto tramite masticazione. Inoltre, i prodotti “rivestiti con rivestimento enterico” potrebbero non rompersi completamente in questo test perché sono progettati per rilasciare i loro ingredienti più a fondo nell’intestino, dopo essere stati sottoposti a un ambiente che è prima acido (nello stomaco) e poi neutro o leggermente basico (nell’intestino).

Fonte: Il Salvagente / Consumer Lab

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