Rilevati segnali radio dallo spazio profondo, l’annuncio degli scienziati

L'Universo ci manda segnali che provengono dallo spazio profondo. Il fenomeno, già rilevato in passato, è sempre stato un mistero. Ma siamo vicini alla soluzione, perchè un telescopio canadese ne ha rilevati diversi ripetuti, e provenienti tutti dalla stessa "zona", candidandosi come lo strumento che può dirci cosa (o chi) li produce

L’Universo ci manda segnali che provengono dallo spazio profondo. Il fenomeno, già rilevato in passato, è sempre stato un mistero. Ma siamo vicini alla soluzione, perché un telescopio canadese ne ha rilevati diversi ripetuti, e provenienti tutti dalla stessa “zona”, candidandosi come lo strumento che può dirci cosa (o chi) li produce.

Un lampo di luce ripetuto in cielo (tecnicamente ‘fast radio burst’, Frb) è come un flash multiplo che si manifesta nel firmamento come una serie di impulsi delle durata di pochi millisecondi, di causa tuttora sconosciuta. Il primo fenomeno fu rilevato da Duncan Lorimer e dal suo studente David Narkevic nel 2007, mentre lavoravano a tutt’altro. Da allora ne sono stati individuati altri, sempre piuttosto “misteriosi”, anche se appare probabile un’origine extragalattica.

I flash, anche se durano pochi millisecondi, rilasciano la stessa quantità di energia che il sole produce in 12 mesi e diverse ipotesi sono state formulate per fornire una spiegazione, da esplosioni stellari a segnali alieni. Ma di fatto nulla è stato mai dimostrato, con poche prove su cosa potrebbe generarli.

Ora però siamo più vicini a risolvere il mistero. Infatti un radiotelescopio in Canada, costruito inizialmente per studiare l’Universo primordiale, ha dimostrato di poter trovare molti nuovi esempi di Frb, consegnando agli astronomi uno dei loro migliori scatti finora ottenuti, potenzialmente in grado di fornire informazioni realmente utili.

“Guardate! Vediamo gli Frb” ha dichiarato entusiasta Deborah Good, astronoma presso l’Università della British Columbia a Vancouver, in Canada, nel corso di una riunione dell’American Astronomical Society a Seattle, tenutasi a Washington lo scorso 7 gennaio.

Ed in effetti, solo tra luglio e agosto scorsi, lo strumento ne ha rilevati 13, che si aggiungono ai circa 50 registrati fino ad allora. Ma c’è di più: perché il 14 agosto il telescopio ha messo in evidenza la presenza di un lampo ripetuto 5 volte, un evento che si era registrato solo un’altra volta nel 2012.

Inoltre la frequenza del Frb è la più bassa conosciuto finora (400 MHz contro il record precedente che era di 700). E questo è importantissimo, perché gli Frb di frequenza più bassa possono fornire informazioni rilevanti su come sono nate le stelle.

Potremmo quindi sapere molto di più su come è nato tutto quello che ci circonda, una domanda che da sempre accompagna l’uomo, anche prima dei ragionevoli dubbi sulle nostre eventuali compagnie nel cosmo.

Il lavoro è stato pubblicato su Nature.

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Roberta De Carolis

 

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