Ascolta il celestiale suono dell’aurora boreale trasformato in musica

Un biologo e un compositore hanno trasformato l'aurora boreale in suoni dando vita a una magica fusione di arte e natura

Cosa c’è di più bello che ammirare l’aurora boreale? Ascoltarla! Un biologo e un compositore l’hanno trasformata in suoni dando vita a una magica fusione di arte e natura.

A Santo Stefano troveremo un bel regalo sotto l’albero. Quel giorno, durante la trasmissione radiofonica Songs of the Sky su BBC Radio 3, alle 11:45 GMT (12.45 ora italiana) ascolteremo un brano inedito, un vero e proprio coro celeste che unisce insieme i suoni emessi dalle balene al “rumore” prodotto dall’ aurora boreale.

Ricordiamo che le spettacolari luci verdi che percorrono il cielo artico emettono onde elettromagnetiche quando il vento solare incontra il campo magnetico terrestre, e queste possono essere tradotte in suoni resi udibili dall’orecchio umano da una piccola macchina.

Questi rumori misteriosi e travolgenti sono celebrati da un nuovo documentario di Radio 3 che segue la biologa Karin Lehmkuhl Bodony nella natura selvaggia sulla sua slitta pper registrare il paesaggio sonoro, che ora è stato trasformato in musica da un compositore dell’Alaska.

Bodony vive nel remoto villaggio di Galena in Alaska. Può vedere le luci dal suo portico e 16 anni fa ha scoperto che poteva anche registrarne il suono usando un ricevitore a frequenza molto bassa (VLF).

“Ascoltare quei suoni ‘whoosh-whoosh’, che sono così simili a quello che vedi, è davvero speciale”, ha raccontato a The Guardian. “Ci sono momenti in cui sono solo normali chiacchiere di sottofondo, suoni scoppiettanti e poi ci sono altre volte in cui è davvero bello, bei suoni sibilanti e un ritornello che ricorda il richiamo di rane. Se fosse sempre lo stesso non sarebbe così divertente uscire ad ascoltarlo”.

Per Songs of the Sky, che andrà in onda la mattina di Santo Stefano, BBC Radio3 ha incaricato il compositore Matthew Burtner , che lavora con suoni naturali e dati ambientali scientifici, di realizzare un brano musicale derivato dai suoni dell’aurora boreale.

Per farlo, si è dovuto allontanare svariati chilometri dalle zone trafficate per avere assoluto silenzio e per essere lontano dalle linee elettriche per evitare interferenze sui ricevitori VLF.

“La cosa veramente sorprendente è che puoi ascoltarli in qualsiasi momento della giornata”, dice Burtner . “Tendiamo a pensare che accadano di notte perché è allora che li vediamo, ma il fatto che non dovessi essere fuori di notte è stato sorprendente. Potremmo tirare fuori il registratore VLF in qualsiasi momento e ascoltarli semplicemente attraverso la copertura nuvolosa “.

Burtner ha scoperto che le registrazioni dal dispositivo non erano molto chiare e quindi ha mappato il profilo di frequenza e ampiezza dei suoni su un sintetizzatore di alta qualità. “È quindi possibile modificare il timbro del suono e far suonare l’aurora boreale a strumenti diversi. Questo mi ha permesso di orchestrare davvero con l’aurora boreale, usando il suo input come controller “, dice.

Secondo il compositore, era l’aurora stessa a suonare per lui scrivendo le note sulla pagina. Burtner ha creato un pezzo di sei minuti che spera esprima la dialettica tra gli esseri umani e il mondo naturale.

Non solo musica e natura. L’opera del compositore e della biologa ha un altro obiettivo: sensibilizzare sui cambiamenti climatici e i mutamento a cui sta andando incontro l’Artico, dove le temperature stanno aumentando più velocemente che altrove.

Secondo Bodony, le interpretazioni tradizionali Inuit dell’aurora boreale sono spesso benevole, con le luci che rassicurano i defunti che i loro cari siano passati in un posto migliore. Ma ci sono mitologie più sinistre collegate, che segnalano il pericolo delle aurore.

“La nostra atmosfera ci protegge dalla radiazione solare e riesce a riscaldare il pianeta ma non troppo – è uno scudo – e questo spettacolo dell’aurora boreale è una rappresentazione della forza spaventosa del sole sul nostro pianeta che potrebbe renderlo inabitabile”, dice Burtner. “È interessante che la mitologia qui abbia guidato la scienza. Molti villaggi dell’Alaska in cui è stata sviluppata quella mitologia stanno vivendo un grave riscaldamento globale e un grave scioglimento, al punto che devono trasferire case e interi villaggi perché la costa si è erosa e il ghiaccio non la protegge più”.

La Natura sembra ricordarci quanto possiamo farle male.

Per ascoltare il brano il 26 dicembre clicca qui

Fonti di riferimento: The Guardian, BBC/Radio3

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