Addio agli anelli di Saturno: stanno scomparendo

Tra 100 milioni di anni, o prima, forse non potremmo più chiamare Saturno il Signore degli Anelli, perché i suoi famigerati “ring” che lo caratterizzano, potrebbero scomparire. È quello che emerge da dalle osservazioni delle sonde Voyager 1 e 2 della Nasa, dalle quali si evince che gli anelli sono attratti verso Saturno sotto l’influenza del suo campo magnetico

Tra 100 milioni di anni, o prima, forse non potremmo più chiamare Saturno il Signore degli Anelli, perché i suoi famigerati “ring” che lo caratterizzano, potrebbero scomparire. È quello che emerge dalle osservazioni delle sonde Voyager 1 e 2 della Nasa, dalle quali si evince che gli anelli sono attratti verso Saturno sotto l’influenza del suo campo magnetico.

Siamo ormai abituati a vedere Saturno circondato da milioni di piccoli oggetti, della grandezza che varia dal micrometro al metro, orbitanti attorno al pianeta sul suo piano equatoriale, ma le indagini della Nasa effettuate grazie alla navicella Cassini avevano già dimostrato che la loro vita era di gran lunga inferiore a quella del pianeta: meno di 100 milioni di anni contro i 4 miliardi dell’astro principale.

E ora si aggiunge una nuova informazione grazie alle sonde Voyager 1 e 2: gli anelli stanno scomparendo, perché i piccoli oggetti celesti che li costituiscono sono attratti dal pianeta. Questi sono infatti per lo più frammenti di ghiaccio d’acqua di dimensioni variabili, da microscopici granelli di polvere a massi di diversi metri di diametro, e risentono del campo magnetico del gigante attorno al quale orbitano.

Infatti questi sono in equilibrio solo apparente: l’attrazione gravitazionale di Saturno tende ad attirarli verso il pianeta, ma la loro energia cinetica che li spinge a muoversi, tende a farli allontanare. È stesso incredibile meccanismo che impedisce a tutti pianeti sia di schiantarsi sul Sole sia di allontanarsene per sempre. Ma particelle molto più piccole possono essere caricate elettricamente dalla luce ultravioletta proveniente dalla nostra stella o dalle nubi di plasma emanate dagli anelli stessi. E le cose così cambiano.

Se caricate, infatti, le particelle possono sentire l’attrazione del campo magnetico di Saturno, che si aggiunge alla sua forza di gravità (detta forza gravitazionale), rompendo il delicato equilibrio che li manterrebbe “a distanza”. Ecco perché Saturno sembra sperimentare una sorta di bombardamento di particelle sulla sua superficie.

“Stimiamo che questa “pioggia anulare” prosciughi una quantità di prodotti d’acqua che potrebbe riempire una piscina olimpionica in mezz’oraafferma James O’Donoghue del Goddard Space Flight Center della NASA – L’intero sistema di anelli sparirà 300 milioni di anni, ma la navicella Cassini […] ha dimostrato che gli anelli hanno meno di 100 milioni di anni di vita”.

Conclusione? Tra 100 milioni di anni massimo gli anelli non ci saranno più. Nemmeno noi che scriviamo e leggiamo, ma i nostri posteri probabilmente troveranno un altro nome per questo affascinante pianeta.

La ricerca è stata finanziata dalla Nasa e dal Postdoctoral Program della Nasa stessa.

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Foto: NASA/Cassini/James O’Donoghue

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