Elezioni europee 2019: che fine fanno le schede elettorali? La nuova vita della carta dopo le urne

Per legge le schede elettorali stampate possono tornare in cartiera dopo 5 anni dalla consultazione.

Elezioni, ma quanto ci costano? Non solo svariate migliaia di euro considerando tutta la macchina che c’è attorno, ma avete mai pensato a quale fine è destinata tutta la carta utilizzata per le schede elettorali? Sono ben 66 milioni le schede che verranno stampate per le elezioni europee del 26 maggio, ma che fine faranno?

Ebbene, c’è una buona notizia: tutta la carta usata si recupera. Come? A chiarirlo è Comieco, il Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi a base cellulosica, che spiega che per legge le schede elettorali stampate possono tornare in cartiera dopo 5 anni dalla consultazione.

Per esempio, ad oggi si possono riciclare quelle utilizzate nelle ultime elezioni europee del 2014.

L’Istituto Poligrafico dello Stato ha deciso di immettere un modello di schede elettorali che preveda l’utilizzo di carta copiativa riciclabile della grammatura di 90 grammi al metro quadrato. A ogni consultazione elettorale, inoltre, il numero di schede elettorali stampate deve essere uguale a quello del corpo elettorale rilevato 45 giorni prima del voto, cui va aggiunto un 30% di schede in più come scorta (10% per le singole sezioni elettorali, 10% da consegnare ai Comuni, 10% da conservare presso le prefetture). Per cui, a conti fatti, sulla base del corpo elettorale ultimamente individuato dal Ministero degli Interni (circa 51 milioni di elettori, compresi quelli delle circoscrizioni estere), saranno più di 66 milioni le schede elettorali stampate per la votazione di maggio 2019.

Nel caso delle europee del 2014, si tratta di oltre 65 milioni di schede elettorali, su un corpo elettorale di oltre 50 milioni di italiani. Nel 2024, invece, vedremo tornare a nuova vita le schede elettorali stampate in occasioni delle elezioni che ci aspettano domenica.

Un obiettivo in sintonia con le direttive UE approvate lo scorso anno, che prevedono che entro il 2025 almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali debba essere riciclato. In particolare, per carta e cartone, l’obiettivo di riciclo è del 75% entro il 2025 e dell’85% entro il 2030. E se consideriamo che ad oggi l’Italia, secondo i dati Comieco, è leader europeo nel settore con un tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici dell’80% e con una media di 10 tonnellate di macero riciclate al minuto, possiamo essere certi – anche entrando in urna – con non tutto va perso.

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Germana Carillo

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