Emergenza rifiuti Roma: spunta l’ipotesi di trasportarli in Emilia Romagna o all’estero

Questa mattina, durante la riunione tra il Commissario all'emergenza e gli enti locali, è emersa la possibilità di spedire altrove i rifiuti di Roma, in attesa della nuova discarica. Ma le associazioni dicono no

Emergenza rifiuti a Roma. Tra le ipotesi al vaglio oggi durante l’incontro mattutino tra il commissario per l’emergenza Sottile, il sindaco Gianni Alemanno e i presidenti di Provincia e Regione, Nicola Zingaretti e Renata Polverini, la possibilità di trasferire i rifiuti capitolini in un’altra regione, l’Emilia Romagna, ad esempio. L’area infatti sarebbe da preferire perché oltre ad essere dotata degli impianti necessari, sarebbe una soluzione più economica rispetto alle spedizioni all’estero. Almeno secondo le autorità.

Nell’attesa di trovare una collocazione alla discarica dopo la chiusura di Malagrotta, a seguito delle varie bocciature, da Corcolle a Pian dell’Olmo, si pensa dunque di inviare temporaneamente i rifiuti altrove. Intanto, sembra sempre più probabile la possibilità che lo stop di Malagrotta, ormai imminente, venga rinviato di 6 mesi.

Grande assente all’incontro il Ministro Clini, impegnato in Brasile per i preparativi per la conferenza di Rio+20. Il Ministro dell’Ambiente ha inviato una lettera a Sottile per confermare l’impegno a collaborare per trovare una soluzione adeguata: “Colgo l’occasione per confermare il nostro impegno a collaborare per individuare le soluzioni adeguate a ricondurre la gestione dei rifiuti di Roma nel contesto delle direttive europee e delle leggi nazionali, come emerge dal piano per la raccolta differenziata di Roma presentato nei giorni scorsi, e come risulta dalla documentazione e dalle valutazioni tecniche consegnate alle Autorità competenti”.

Clini sottolinea inoltre che l’emergenza rifiuti va risolta anche in vista delle procedure di infrazione già aperte dalla Commissione europea “sia per il conferimento nella discarica di Roma di rifiuti non trattati sia più in generale per l’uso delle discariche come sistema prevalente di smaltimento che riguarda in particolare Roma ed alcune altre città del sud“.

Ma gli ambientalisti, prima tra tutti Legambiente, non hanno affatto gradito la proposta di spostare altrove i rifiuti romani. Si tratta di “un’idea da rigettare nel modo più assoluto“. Secondo il vice presidente dell’associazione ambientalista, Stefano Ciafani, “non vanno replicati modelli sbagliati dal punto di vista ambientale, come quello praticato più volte in Italia nel passato o adottato più recentemente a Napoli, con i rifiuti che vengono smaltiti nelle discariche pugliesi e negli inceneritori del nord Europa“.

Anche Ciafani, come Clini, ricorda che su Roma pende la spada di Damocle della procedura di infrazione dell’Ue:Fino a prova contraria anche per il comune di Roma vale il principio di prossimità sancito dalle direttive europee sui rifiuti e che l’Italia ha recepito. La capitale deve attrezzarsi per fermare il ‘toto discariche’, mettendo in pratica il piano rifiuti delineato dal ministro Corrado Clini e attuando in tempi brevi il piano, scritto dal Conai, sulla trasformazione della raccolta differenziata con il sistema porta a porta“.

E Ciafani sottolinea anche un’altra carenza, che potrebbe addirittura peggiorare nei prossimi mesi: “Nel dibattito sui rifiuti di Roma continuano inoltre a mancare i progetti per colmare la grave carenza di impianti di trattamento dell’organico, destinata ad aggravarsi con l’auspicato e necessario aumento della percentuale di raccolta di rifiuti finalizzata al riciclaggio“.

Non c’è tempo da perdere. Lo dice anche il presidente di EARTH, Valentina Coppola, che punta il dito contro i grandi centri commeciali della capitale, ed in particolare Roma Est a Euroma 2, da Bufalotta ai Granai, accusati di produrre una gran quantità di rifiuti. A seguito di uno studio sui centri commerciali, Valentina Coppola ha sottolineato che “mentre nella Capitale si discute su quale sia il sito più idoneo per una nuova discarica che sostituisca Malagrotta, si perdono di vista gli interventi concreti che dovrebbero portare ad una diminuzione della produzione di rifiuti indifferenziati“, riferendosi alla quantità di spazzatura che ogni giorno viene prodotta e non differenziata nei centri commerciali: tonnellate di bottiglie di plastica, vetro, lattine di bibite, contenitori in polistirolo.

Non è mancato neanche il commento di Alfonso Fimiani, Presidente dei Circoli dell’Ambiente, che in merito alla questione Malagrotta ha detto: “Senza gli impianti la situazione non verrà mai risolta definitivamente ed il Lazio rischia di ritrovarsi i rifiuti per strada come accade ancora oggi in Campania. È necessario senso di responsabilità da parte di tutti: raggiunto il punto critico, non si può sognare di utilizzare la bacchetta magica per far sparire l’immondizia e saranno necessari anni prima di ripristinare la situazione“. Secondo Fimiani, le discariche non sono una soluzione, ma solo un sorta di palliativo, un tampone. A suo avviso la priorità assoluta andrebbe data ai “termovalorizzatori e agli impianti a biomasse“.

Ma alla differenziata e ai sistemi di recupero dei rifiuti organici non ci pensa nessuno?

Francesca Mancuso

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