Amianto e rifiuti pericolosi nel Parco del Gargano: l’Italia ha una nuova Terra dei Fuochi

Sei persone sono state arrestate per aver smaltito illegalmente tonnellate di rifiuti pericolosi in un'area protetta del Parco del Gargano

Attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti: con questa accusa sono stati arrestati sei imprenditori pugliesi per aver smaltito illegalmente rifiuti speciali e pericolosi nell’area protetta del Parco Nazionale del Gargano, nella zona di Manfredonia.

Circa 70 tonnellate di rifiuti sono state abbandonate nel corso di diversi mesi coprendo un’area di circa 11mila metri quadrati. I rifiuti includono bidoni in plastica, piastrelle, mattoni, ferro, frammenti di amianto con fibre esposte e altri materiali provenienti da cantieri edili.

Il proprietario del terreno riceveva ogni giorno gli automezzi carichi di rifiuti, che faceva scaricare nella sua proprietà senza alcuna autorizzazione, consentendo così un risparmio di ben 90mila euro a chi conferiva i rifiuti.

“L’attività è finalizzata alla realizzazione di un ingiusto profitto derivante dal risparmio di spesa rispetto alle corrette procedure di gestione dei rifiuti”, ha spiegato il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe.

L’illecito ambientale è stato scoperto per caso, grazie ai filmati ripresi dalle telecamere attivate per le indagini del quadruplice omicidio nel quale persero la vita il boss Mario Luciano Romito, il cognato Matteo De Palma e due agricoltori innocenti.

I video mostravano gli automezzi che arrivavano carichi di rifiuti da riversare nell’area protetta: movimenti che hanno insospettito gli investigatori e che hanno dato vita all’operazione “Black cam”, portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, insieme ai militari del R.O.N.I. del Comando Provinciale di Foggia.

Le successive intercettazioni hanno confermato i sospetti, portando all’arresto di sei persone. Sono infatti finiti in manette il proprietario del terreno, due autotrasportatori e i titolari di tre società, una edile e due di trasporti.

“L’attività illecita ha avuto inizio nel 2017,perché nel 2016, sulla scorta delle riprese di Google Earth l’area in quell’anno era priva di rifiuti. Ed è terminata a giugno 2018. La discarica abusiva ricade in area protetta, Sic e zona di protezione speciale.
Confrontando l’area con immagini fatte in periodi diversi è stato possibile valutare che sono state asportate 16 piante con una superficie della chioma pari a circa 160 metri quadri”, si legge nell’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Bari.

Gli imprenditori avevano in progetto di costruire un Bed and Breakfast proprio sopra al terreno che ospitava la discarica abusiva. L’area è stata invece sottoposta a sequestro, così come gli automezzi utilizzati per trasportare i rifiuti. Dalle prime valutazioni è stato stimato un danno di circa 170mila euro, somma che dovrà essere spesa per bonificare e ripristinare l’area.

Fonti di riferimento: ANSA/La Gazzetta del Mezzogiorno

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