Pile e batterie esauste: ecco le nuove modalità di recupero e smaltimento

I dati del Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori sono positivi. In Italia si ricicla gran parte delle pile e degli accumulatori immessi nel mercato. Siamo vicini al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall'Ue

Pile e accumulatori, come smaltirli? Sono stati presentati oggi durante una conferenza stampa a Roma i dati del nuovo Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori (CDCNPA) volto alla raccolta, al trattamento e al riciclo delle pile e degli accumulatori sia portatili che industriali e per i veicoli.

Creato appena 5 mesi fa, il CDCNPA, cui hanno aderito attualmente 14 Sistemi Collettivi e 2 Sistemi Individuali sta ponendo le basi per una gestione integrata di pile e accumulatori giunti alla fine del loro ciclo di vita, trasformandosi in una vera e propria risorsa economica per l’Italia.

Il nostro Paese infatti è tra i leader mondiali per il riciclo delle pile esauste, con il 95% dell’immesso sul mercato, superando di gran lunga le efficienze minime di riciclaggio richieste dalla normativa pari al 65% in peso medio di pile e accumulatori al piombo/acido, il 75% in peso medio di pile e accumulatori al nichel-cadmio, il 50% in peso medio degli altri rifiuti di pile e accumulatori.

Solo nel 2010, secondo quanto si legge nel comunicato del CDCNPA, sono state immessi nel mercato nazionale 282.707 tonnellate tra pile e accumulatori portatili e accumulatori industriali e per veicoli. In particolare, sono oltre 252mila le tonnellate di accumulatori industriali e per veicoli, circa 4 kg per abitante, e 30.500 i chili di pile ed accumulatori portatili immessi, ossia circa 0,5 kg per abitante.

Sebbene i dati di raccolta siano ancora parziali, è stato stimato che l’attuale tasso di raccolta di pile ed accumulatori sia intorno al 18%-20%, davvero vicino al limite minimo stabilito dalla normativa europea che prevede il raggiungimento di quota 25% entro settembre 2012 e il 45% entro settembre 2016. Ben 600mila le tonnellate di pile ed accumulatori raccolti, differenziati e destinati al riciclo nel nostro paese.

Il CDCNPA – ha dichiarato il presidente Giulio Rentocchinipermetterà all’Italia di dotarsi di modalità gestionali coerenti e omogenee per la raccolta e il recupero di queste categorie di rifiuti, offrendo dunque al Paese un servizio ambientale distribuito capillarmente su tutto il territorio nazionale. Il Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori si impegnerà a fare in modo che i Sistemi Collettivi e Individuali consorziati svolgano al meglio il loro lavoro per raggiungere e superare gli obiettivi minimi imposti dall’Unione Europea nel più breve tempo possibile e ad incrementare la raccolta, minimizzandone i costi”.

Anche se è operativo da meno di 6 mesi, il CDCNPA ha le idee chiare sul da farsi. Due un particolare sono gli obiettivi che si propone di raggiungere:

  • ottimizzare le attività di competenza dei Sistemi di raccolta a garanzia di omogenee ed uniformi condizioni operative, al fine di incrementare le percentuali di raccolta e riciclaggio dei rifiuti di pile e accumulatori;

  • definire le modalità di determinazione e ripartizione dei finanziamenti delle operazioni di raccolta trattamento e riciclaggio da sottoporsi all’approvazione del Comitato di Vigilanza e Controllo.

E Giancarlo Morandi, uno dei componente del Comitato Esecutivo del CDCNPA, ha auspicato che anche in questo settore l’Italia possa raggiungere il successo già conseguito in passato nel riciclo delle batterie al piombo.

Francesca Mancuso

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook