Niente tassa, ma più riciclo: ecco la strategia europea per ridurre la plastica

Dopo Gran Bretagna e Cina, anche l'Europa si mobilita finalmente contro l’uso smodato di plastica, a favore della protezione dell’ambiente. In occasione di una sessione plenaria a Strasburgo, sono stati presentati tutti i nuovi obiettivi anti- inquinamento

Entro il 2030 solo plastica riciclata nell’Unione europea e stop all’uso delle microplastiche laddove è possibile. Arrivano le linee guida dalla Commissione che ha lanciato la Public Waste strategy comunitaria, ma questa volta non c’è nessuna nuova tassa da pagare

Dopo Gran Bretagna e Cina, anche l’Europa si mobilita finalmente contro l’uso smodato di plastica, a favore della protezione dell’ambiente. In occasione di una sessione plenaria a Strasburgo, sono stati presentati tutti i nuovi obiettivi anti- inquinamento, con una clausola ben precisa: entro il 2030 tutti gli imballaggi di plastica dovranno essere riciclati o riutilizzati. Mentre, l’uso delle microplastiche sarà ridotto, ma solo laddove sarà possibile.

Secondo Frans Timmermans, vice presidente della Commissione europea, “la plastica rimane indispensabile per l’economia, perché l’industria dà lavoro a 1,5milioni di persone in Europa. Ma dall’altro lato, non possiamo accettare che ogni secondo chili di plastica vengono gettati in mare”.

Allora, la soluzione può essere quella di reinventare l’industria puntando sul riciclo e riuso e mantenendo così i posti di lavoro. La Commissione in pratica, investirebbe 100milioni di euro in tecnologie, così da attrezzare ad esempio i porti europei nella raccolta e gestione dei rifiuti accumulati nella navi. Basti pensare, che ogni anno l’Unione produce 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma solo il 30% è raccolto e riciclato.

In più, saranno diffuse una serie di linee guida per standardizzare tutte le confezioni di plastica, dai detersivi alle bottiglie e renderle quindi riciclabili. Menzionate anche azioni per ridurre la plastica monouso e l’utilizzo di alcune attrezzature da pesca.

inquinamento plastica ue

L’obiettivo è quello di risparmiare circa cento euro per ogni tonnellata raccolta. Una battaglia che è già iniziata dal 1 gennaio per i sacchetti bio del supermercato a pagamento che hanno portato con sé innumerevoli polemiche.

Secondo la Strategia della Plastica poi, ogni prodotto, dovrà dichiarare la biodegradabilità in etichetta, norme rigide e punizioni per chi scarica rifiuti in mare poiché tutta la spazzatura dovrà essere trasportata a terra e smaltita con agevolazioni.

Strategia della Plastica, cosa cambierà

Vediamo, dunque, nel dettaglio le linee guida della Strategia della plastica

Riciclo totale degli imballaggi in plastica entro il 2030

Entro il 2030 tutte le confezioni in plastica dovranno essere progettate per essere riciclabili o riutilizzabili, per attuare questa misura, la Commissione si impegna a revisionare i requisiti legislativi per l’immissione degli imballaggi sul mercato.

Ci saranno nuovi finanziamenti per ricerca e sviluppo per evitare che i rifiuti continuino a finire in mare, in discarica o ad essere inceneriti. Per questo, ci sarà una collaborazione con il Comitato europeo di normalizzazione e con l’industria per sviluppare standard di qualità per i rifiuti polimerici e la materia prima seconda.

Bando delle microplastiche

La questione microplastiche è la più spinosa: nel documento si parla di riduzione, ma non di un addio definitivo. Infatti mentre le microplastiche utilizzate intenzionalmente vanno verso il divieto totale, sono ancora allo studio misure per ridurre quelle involontarie. Parliamo ad esempio delle particelle di gomma da usura dei pneumatici o dei residui di poliestere e nylon rilasciati nelle acque di lavaggio.

Riduzione delle stoviglie monouso

La Commissione europea parla anche di riduzione dell’uso di stoviglie monouso, ma l’approccio potrebbe essere simile a quello usato per i sacchetti bio. Su questo punto è in corso una consultazione pubblica, per cui non si sa ancora nello specifico quali modalità verranno utilizzate.

Riciclo, riuso, differenziata

Attraverso campagne di sensibilizzazione, la Commissione europea accompagnerà il cittadino nel variegato mondo della differenziata per non incorrere più negli errori passati. Saranno promosse misure come il vuoto a rendere e alternative al monouso, come l’utilizzo di prodotti green.

Etichette chiare e dicitura ‘biodegradabile’

Ogni prodotto, dal detersivo alla bottiglia, dovrà chiaramente indicare in etichetta la dicitura biodegradabile, così da rendere il cittadino più consapevole. In tal senso saranno incentivate misure per aumentare l’accesso all’acqua potabile ed evitare l’uso delle bottiglie.

I numeri della plastica

Come dicevamo, l’Europa produce oggi 25 milioni di tonnellate di plastica e solo il 30% (il 41% in Italia) finisce nel circuito del riciclaggio. L’85% della spazzatura finisce in spiaggia e mare, così facendo nel 2050 ci sarà più plastica che pesci nell’oceano.

Sono dati allarmanti di cui forse gli europei non hanno contezza, ma la produzione nell’ultimo mezzo secolo si è moltiplicata per 20. Che vuol dire? Che i 311 milioni di tonnellate prodotte oggi potranno essere 630 nel 2036.

“Stiamo gettando le basi per una nuova economia circolare della plastica, solo così contribuiremo a ridurre i rifiuti sulla terra, nell’aria e nei mari, offrendo al contempo nuove opportunità per l’innovazione, la competitività e un’occupazione di alta qualità. È un’occasione per tutti”, spiega il vicepresidente della Commissione europea per la crescita Jyrki Katainen.

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Dalle associazioni ambientaliste e animaliste arriva il plauso per la decisione europea, ma anche il monito che “le parole devono tradursi in proposte legislative coerenti perché l’orizzonte del 2030 appare un po’ troppo lontano rispetto ad una vera e propria emergenza”.

Dominella Trunfio

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