Malagrotta: morti, tumori e malattie per colpa della discarica

Entro lunedì Codici depositerà esposto in procura, in cui vengono evidenziati nuovi 30 casi sospetti e il collegamento con patologie derivate dal contatto con sostanze contenute normalmente nei rifiuti solidi urbani

Sono passati poco più di due mesi da quando l’associazione Codici annunciava un‘azione legale a tutto campo contro le morti e le malattie sospette per inquinamento ambientale a Valle Galeria, dove la falda acquifera sarebbe inquinata da sostanze provenienti dalla discarica di Malagrotta.

A confermarlo sarebbe stato lo scorso Gennaio una relazione preliminare del Politecnico di Torino:appare evidente che i parametri di inquinamento riscontrati sono ragionevolmente attribuibili a percolato, tenendo conto che l’introduzione nella falda di materiale organico riducente (sostanza organica carboniosa, azoto ammoniacale, potenzialmente anche solventi di uso comune) induce nella falda stessa un fenomeno degradativo di tipo inevitabilmente anossico, capace di provocare riduzione degli elementi ossidati presenti nel terreno (ferro e magnese soprattutto) e conseguente loro lisciviazione“, scrivevano gli esperti nella loro relazione.

“Questo è il verdetto, senza possibilità di equivoci. Il confronto tra i dati di monitoraggio chimico dell’acqua di falda superficiale, unito a considerazioni di carattere idrogeologico, portano a ricondurre all’attività di discarica gestita dalla E. Giovi il fenomeno di contaminazione“, commentava Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale Associazione Codici.

Sono tesi che l’Associazione ha sempre sostenuto a tutela di tutte le persone malate che le si erano rivolte. “Dalla valutazione dei dati di qualità dell’acqua di falda disponibili risulta che nei punti a valle della discarica si riscontrano o direttamente parametri di inquinamento presenti nel percolato (es N-butilbenzensulfonammide), o parametri che appaiono derivare da fenomeni biologici anossici e processi lisciviazione aventi origine nelle caratteristiche chimico – fisiche del percolato stesso. Finalmente è stato squarciato il velo oscuro che ricopriva da tempo tutta la vicenda”, continuava Giacomelli.

Da qui si è partiti per arrivare all’esposto che entro lunedì Codici depositerà in procura, in cui vengono evidenziati nuovi 30 casi sospetti e il collegamento con patologie derivate dal contatto con sostanze contenute normalmente nei rifiuti solidi urbani. È su di loro, secondo quanto riporta il Messaggero, che nei prossimi giorni potrebbe concentrarsi l’inchiesta affidata al pm Alberto Galanti, che da tempo indaga per omicidio colposo e lesioni personali gravissime per quattro morti sospette segnalate negli scorsi anni.

Nell’elenco delle malattie ci sarebbero leucemie, tumori ai polmoni, alla mammella e alla tiroide. E casi di gravi metastasi diffuse.

Roberta Ragni

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