L’isola di plastica che infesta i Caraibi: le immagini shock

Un paradiso, luoghi da sogno da sempre considerati il simbolo della bellezza. I Caraibi però nascondono un altro volto. Un vero mare di rifiuti circonda le isole caraibiche, come hanno raccontato le immagini scattate dalla fotografa Caroline Power al largo della riserva marina delle Cayos Cochinos

Un paradiso, luoghi da sogno da sempre considerati il simbolo della bellezza. I Caraibi però nascondono un altro volto. Un vero mare di rifiuti circonda le isole caraibiche, come hanno raccontato le immagini scattate dalla fotografa Caroline Power al largo della riserva marina delle Cayos Cochinos.

Queste ultime sono formate da due isole e quattordici isolotti corallini situati a circa 30 km a nord-est di La Ceiba, sulla costa settentrionale dell’Honduras. Le isole fanno parte di una riserva marina protetta. La barriera corallina di cui fanno parte è la seconda per estensione a livello mondiale ed è nota come barriera corallina meso-americana.

Caroline, specializzata in fotografia subacquea, ha dedicato la sua carriera a evidenziare i danni che i rifiuti plastici stanno facendo ai nostri oceani. Così, di recente, ha immortalato l’orrore che si cela al largo delle coste dell’Honduras, tra le isole Roatan e Cayos Cochinos.

L’imbarcazione su cui si trovava ha attraversato una distesa di rifiuti, formata soprattutto da materie plastiche.

“Vedere qualcosa che amo così profondamente danneggiato, lentamente soffocato fino alla morte da rifiuti umani è stato devastante”, ha detto al Telegraph.”Una volta che i rifiuti finiscono nell’oceano, è incredibilmente difficile e costoso rimuoverli”.

La soluzione sarebbe evitare tutto questo, migliorando la gestione dei rifiuti, l’educazione ambientale e gli impianti di riciclaggio su scala globale.

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Questo è quello che si può trovare visitando uno dei siti d’immersione più incontaminati dei Caraibi. La fotografa ha attraversato un mare di spazzatura ampio circa 10 km:

“Ovunque abbiamo guardato, c’erano sacchetti di plastica di tutte le forme e dimensioni e altri imballaggi. Alcuni erano interi e il resto erano a pezzi. Purtroppo molte tartarughe, pesci, balene e uccelli marini non se ne accorgono e li scambiano per cibo”.

La Blue Planet Society, un’organizzazione che si propone di porre fine alla pesca e all’eccessivo sfruttamento degli oceani, ritiene che i rifiuti provenissero dal fiume Motagua in Guatemala, finiti in mare durante le piogge forti.

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La fotografa ha volutamente reso note le sue immagini, anche attraverso i social network, per mostrare quello che stiamo facendo al nostro pianeta:

“Se non cambiamo il nostro comportamento ora, nell’oceano avremo più plastica che pesci”.

Francesca Mancuso

Foto

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