Viaggio nel cuore del riciclo della plastica: la Terra dei Fuochi che differenzia

Che fine fa la nostra plastica dopo che l'abbiamo messa nel bidone della differenziata? Siamo andati a scoprirlo presso due aziende di riciclo plastica in Campania, in provincia di Caserta.

Che fine fa la nostra plastica dopo che l’abbiamo messa nel bidone della differenziata? Lo abbiamo scoperto ieri all’appuntamento con due delle migliori aziende che nella provincia di Caserta hanno rispolverato il concetto di politica ambientale e fatto del riciclo della plastica una missione di tutto rispetto, SRI – Erreplast e Di Gennaro SpA.

È infatti approdato anche in Campania il tour di Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica. Un viaggio attraverso le migliori realtà di economia circolare che esistono in Italia.

E ci sono anche qui, in questa zona della Campania, in questo recinto di polvere e terreno, dove si alternano spazi colmi di case addossate le une alle altre a enormi distese industriali, dove non vedi mai una fine e l’occhio si perde tra capannoni immensi e campi incolti, e dove l’appellativo “Terra dei Fuochi” rimbalza di bocca in bocca e non puoi non collegarlo a ogni nastro trasportatore che vedi in queste aziende.

Già, perché le due aziende che abbiamo conosciuto ieri si trovano proprio in quel perimetro dove la gestione dei rifiuti è una cosa complicata, mantenuta per anni da persone sbagliate: a Gricignano d’Aversa la Erreplast e a Caivano la Di Gennaro S.p.A.

SRI – ERREPLAST

Erreplast trasforma le bottiglie in plastica recuperate dalla raccolta differenziata in preziose scaglie (materia prima seconda) che poi tornano nel ciclo industriale e vengono utilizzate sia per la realizzazione di nuovi imballaggi in PET, sia per la realizzazione di fibra-fiocco di poliestere con applicazioni nell’industria automobilistica, tessile e dell’arredamento. Riciclo a tutto tondo, insomma, che nel 2015 ha consentito di evitare emissioni per circa 103.500 tonnellate di CO2 equivalenti.

erreplast corepla 2

erreplast corepla 3

In una superficie di 80mila metri quadri e grazie all’instancabile lavoro di 150 operai, l’impianto di selezione tratta fino a 14 tonnellate all’ora di imballaggi in plastica provenienti della raccolta differenziata, mentre l’impianto di riciclo tratta più di 20mila tonnellate all’anno di bottiglie in PET post consumo.

E quando domandi ad Antonio Diana, il titolare di Erreplast, “ambientalista” dell’anno nel 2010 grazie a Legambiente, com’è possibile tutto questo in terra di Gomorra, ti risponde che – dati alla mano – “se si vuole fare buona impresa, la si può fare anche al Sud, anche in Terra di Lavoro e occupandosi di rifiuti”. Una buona dose di fiducia, insomma, per noi consumatori che “differenziamo”.

Le etichette – Forse non tutti sanno che da una balla di imballaggi plastici, solo il 70% dei contenuti diventa realmente materia riciclata. Ciò accade perché aumentano gli imballaggi incompatibili con il riciclo, cioè quelli poliaccoppiati, quelli con un elevato contenuto di poliammide e quelli con etichette che rivestono completamente la bottiglia. Sono queste le cosiddette “sleeves label”, un grosso problema per l’industria del riciclo perché riducono gli indici di riciclabilità del 25-30%. Problema risolto per Erreplast che a tutt’oggi è l’unica azienda italiana dotata di un sistema automatico di rimozione delle etichette sleeves, per ridurre gli impatti ambientali degli scarti.

Di Gennaro S.p.A.

Da Gricignano ci siamo spostati a Caivano, dove abbiamo visitato lo stabilimento Di Gennaro. Anche qui finiscono i nostri rifiuti di plastica e non solo. Qui si recuperano anche carta, alluminio e materiali ferrosi. Una autentica manipolazione di frazioni nobili del rifiuto che si trasforma in una risorsa per il sistema industriale.

di gennaro corepla 1

I materiali provenienti dalla raccolta differenziata vengono praticamente portati all’impianto, conferiti da terzi, e, una volta pesati, a seconda della tipologia, vengono smistati ad aree diverse per effettuare lo scarico e poi, attraverso mezzi meccanici, spinti all’interno di tramogge e avviati alle diverse fasi di trattamento.

di gennaro corepla 2

Insomma, questo tour è servito a toccare con mano un unico dato: lo sforzo che facciamo per differenziare non va in fumo ma ha il pregio di trasformarsi quotidianamente in qualcosa di concreto. Quello che emerge è che sempre meno plastica va a finire in discarica e a segnare la differenza è proprio il Sud, dove in un anno si è registrata un’impennata del 14,4% di raccolta differenziata, mentre Corepla indica a livello nazionale per il 2015 un aumento della raccolta dell’8,4%. Cresce anche il riciclo con 540mila tonnellate di plastica portata a nuova vita.

Questi numeri ci pongono tra i Paesi migliori d’Europa – chiosa a fine giornata il presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo – con un contributo di tutto rispetto ad un’economia circolare efficiente sia dal punto di vista ambientale che economico”.

Testo e foto: Germana Carillo

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