Buste di plastica: la UE cerca suggerimenti via web per ridurre l’uso dei sacchetti non riciclabili

Per una volta l’Italia dà il buon esempio! L’idea di abolire le buste di plastica non riciclabili, che il nostro Paese ha adottato dal primo gennaio di quest’anno, sta stuzzicando già da alcuni mesi diversi Paesi dell’UE, ma ora la Commissione inizia a fare sul serio e sta valutando l’ipotesi di introdurre una tassa o un divieto sui sacchetti di plastica per spingere i cittadini a ridurne il consumo e combattere così l'inquinamento che ne deriva.

Per una volta l’Italia dà il buon esempio! L’idea di abolire le buste di plastica non riciclabili, che il nostro Paese ha adottato dal primo gennaio di quest’anno, sta stuzzicando già da alcuni mesi diversi Paesi dell’UE, ma ora la Commissione inizia a fare sul serio e sta valutando l’ipotesi di introdurre una tassa o un divieto sui sacchetti di plastica per spingere i cittadini a ridurne il consumo e combattere così l’inquinamento che ne deriva.

E pensare che inizialmente il decreto che vieta le buste di plastica fortemente voluto dalla Prestigiacomo aveva rischiato, come ricorderete, di ricevere una sanzione europea per aver preso una decisione non condivisa a livello comunitario. Alla fine pero, la decisione di sostituire la buste di plastica con gli shopper biodegradabili, non solo non è stata messa in discussione non riscontrando nessuna infrazione dal Consiglio dei ministri europei, ma molti stati membri si sono dichiarati disposti a seguire l’esempio italiano.

In media, nei Paesi aderenti all’Unione, ogni persona usa circa 500 buste di plastica ogni anno, la maggior parte dei quali viene utilizzata una volta sola, e nel 2008 – sempre nell’UE – sono stati prodotti 3,4 milioni di tonnellate di sacchetti non riciclabili, che corrispondono al peso di ben 2 milioni di automobili!

Cinquant’anni fa – ha dichiarato in una nota il commissario Ue all’Ambiente, Janez Potocnikl’uso una tantum del sacchetto di plastica era praticamente sconosciuto. Ora li usiamo per pochi minuti e inquinano il nostro ambiente per decenni”.

Per combattere questo problema, Bruxelles ha lanciato un appello ai cittadini invitandoli a presentare idee per affrontare il fenomeno dei miliardi di shopper di plastica usati ogni anno nell’Unione europea. Tra le proposte lanciate fino ad ora c’è l’idea di un’imposta per chi usa sacchetti in plastica, dare una maggior visibilità ai prodotti imballati con materiali biodegradabili e stabilire regole più severe nei requisiti di biodegradabilità degli imballaggi.
La consultazione pubblica, promossa dalla Commissione e presente su internet, si concluderà a fine agosto 2011.

“La decisione del commissario UE Janez Potocnick di indire una consultazione popolare europea via internet sulle scelte da assumere per limitare l’impatto dei sacchetti di plastica non biodegradabili sull’ambiente – ha commentato Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’Ambiente – è un positivo colpo d’ala. Sono convinta che l’opinione pubblica europea, come ha dimostrato in questi mesi quella italiana che ha accolto con favore l’eliminazione degli shopper dannosi per l’ambiente, abbia ben chiaro quanto grave sia il danno all’ecosistema dei sacchetti di plastica e si pronuncerà a favore della loro eliminazione. L’Italia, primo paese europeo “plastic bag free” ha fatto da battistrada, da avanguardia in questo campo, ponendo il tema al centro del dibattito degli organismi comunitari e stimolando una più ampia informazione e assunzione di responsabilità. Credo – ha poi concluso il ministro – che siamo sulla strada giusta per mettere definitivamente al bando prodotti che inquinano e sono un pericoloso e riconosciuto killer della nostra fauna ittica”.

Volete anche voi dire la vostra? Per partecipare alla consultazione popolare basta accedere a questa pagina e seguire le istruzioni (in inglese).

Verdiana Amorosi

 

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