16enne egiziana mette a punto un nuovo catalizzatore low cost per trasformare i rifiuti di plastica in biocarburante

Biocarburante. Una studentessa sedicenne egiziana, Azza Abdel Hamid Faiad, avrebbe individuato un nuovo catalizzatore low-cost per la trasformazione dei rifiuti in plastica in biocarburante. Per questo motivo alla ragazza è stato assegnato nel 2011 un importante premio in occasione dell’European Union Contest for Young Scientists. Azza è un alunna dell’istituto Zahran Language School di Alessandria d’Egitto.

Biocarburante dai rifiuti di plastica. Una studentessa sedicenne egiziana, Azza Abdel Hamid Faiad, avrebbe individuato un nuovo catalizzatore low-cost per la trasformazione dei rifiuti in plastica in biocarburante. Per questo motivo alla ragazza è stato assegnato nel 2011 un importante premio in occasione dell‘European Union Contest for Young Scientists. Azza è un alunna dell’istituto Zahran Language School di Alessandria d’Egitto.

L’idea dell’ottenere biocarburante a partire dai polimeri della plastica non è nuova, ma la studentessa egiziana avrebbe individuato un nuovo catalizzatore in grado di ottenere dalla plastica prodotti gassosi come metano, propano e etano, da convertire dunque in etanolo per poter essere impiegati come biocarburanti.

Faiad ha proposto di impiegare la propria scoperta per poter utilizzare in maniera efficace l’ingente quantità di rifiuti costituiti da materie plastiche prodotta quotidianamente in Egitto. Oltre 1 milione di tonnellate di materie plastiche scartate come rifiuti annualmente nel Paese potrebbero dunque trasformarsi in una fonte energetica ed in una risorsa economica, dando origine ad almeno 138mila tonnellate di gas idrocarburi ogni anno, con un introito economico pari a 78 milioni di dollari.

La nuova scoperta potrebbe rappresentare una delle soluzioni atte a risolvere il problema della continua generazione di rifiuti composti da materie plastiche nel Medio Oriente, a patto che la produzione di biocarburante possa risultare completamente sicura per l’ambiente e non si trasformi essa stessa in una ulteriore fonte di inquinamento.

Faiad spera di poter brevettare la propria scoperta entro l’anno, dato che essa avrebbe già destato particolare interesse in alcune compagnie energetiche egiziane. Solamente a seguito di applicazioni concrete potremo sapere se si tratterà di un sistema realmente efficace, sicuro e privo di conseguenze inquinanti.

Marta Albè

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