Rifiuti Napoli: risolvere l’emergenza in 60 giorni. Inceneritori o raccolta differenziata?

Una nuova moratoria da parte dell'Ue per risolvere il problema de rifiuti in Campania. Ultimi due mesi prima di una grossa sanzione per l'Italia. Ma è scontro tra De Magistris e Clini sulla possibilità di inviare l'esercito a Napoli

Altri due mesi per risolvere il problema dei rifiuti. Sembra quasi una minaccia ma è l’ultima chance per l’Italia di uscire fuori dal maleodorante tunnel della spazzatura in Campania, prima di incorrere in una sanzione da parte dell’Ue. Ad annunciarlo è stato il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che ha riferito la decisione della Commissione europea: una moratoria di sessanta giorni.

Dopo i vari ultimatum lanciati dall’Ue all’Italia e dopo le pesanti parole del commissario europeo all’Ambiente Janez Potocnik, che ha definito Napoli e i suoi rifiuti una vergogna che va avanti da anni, l’Italia è riuscita a strappare altri due mesi alle autorità di Bruxelles, dopo la procedura d’infrazione avviata a settembre.

Dopo essere arrivati con l’acqua alla gola al precedente ultimatum concesso, scaduto lo scorso 29 novembre, Clini, che conosce bene gli ambienti europei ha ottenuto un altro po’ di tempo per gestire la spinosa situazione dei rifiuti in Campania.

E si parla di tre nuove discariche da realizzare in tempo brevi nella regione. In tempi più che brevi visto che si parla di qualche settimana. Al momento si sta cercando di individuare l’area o le aree dove dovrebbero trovare posto gli scomodi e ingombranti rifiuti partenopei. Due sono le attuali candidate: Tufino e Palma Campania, seguite forse da Pozzuoli. Ma è polemica tra De Magistris e Clini sulla possibilità di inviare l’esercito per gestire l’emergenza rifiuti, misura necessaria secondo il Ministro dell’Ambiente, ma fuori luogo secondo il Sindaco di Napoli,

Ho detto una cosa molto semplice: la soluzione ai rifiuti di Napoli parte dalla raccolta differenziata e dalla valorizzazione dei rifiuti come risorsa. Se questo sistema, che non richiede grandi tecnologie e organizzazioni complesse perché ormai è collaudato in quasi tutta Italia, non è applicabile a Napoli perché ci sono condizionamenti esterni di cui la malavita organizzata dovrebbe essere la questione più importante, allora non è questione di organizzazione della raccolta dei rifiuti, è una questione di ordine pubblico”. Queste le parole che De Magistris non ha digerito, ribattendo che l’intervento dell’esercito “non è assolutamente necessario“.

Ma Clini sottolinea che “abbiamo tempi strettissimi per intervenire in maniera convincente, altrimenti sarà una multa colossale, che pagheremo tutti, che pagheranno soprattutto coloro che non hanno alcuna colpa, quelli che si impegnano per l’ambiente, che poi sono la maggioranza dei cittadini“. Ricordiamo in questa occasione l’esempio virtuoso di alcuni comuni campani, che hanno sconfitto il problema dei rifiuti proprio attraverso la raccolta differenziata. “Nei due mesi concessi da Potočnik, non si costruisce un inceneritore (ove questa fosse la tecnologia risolutiva, e dubito comunque che l’inceneritore sia la risposta, se non è vista dentro la programmazione di un ciclo completo dei rifiuti). In due mesi non si allestisce forse nemmeno una discarica. Potočnik sa tutto questo. E l’Europa infatti non pretende ‘La’ soluzione già realizzata bensì ci chiede credibilità” dice Clini.

Via i malumori e le incomprensioni interne e spazio alla cooperazione per risolvere il problema, è l’invito di Clini: “L’Europa ci ha dato fiducia ancora una volta, e merita di essere trattata con rispetto, onestà e rigore. Come lo meritano i cittadini napoletani. Meritano rispetto, non prese in giro. I cittadini di Napoli meritano un servizio di raccolta differenziata dei rifiuti degno di una città nobile, di una delle capitali europee della cultura e dell’arte“. E precisa la sua idea di chiamare in causa anche l’esercito, se necessario: “Se qualcuno impedisce questo servizio, se è una questione di ordine pubblico, allora i cittadini avranno in loro aiuto le forze dell’ordine per difendere la loro città. In casi eccezionali tutte le istituzioni si devono mobilitare quindi, eventualmente, anche l’esercito“.

Conclude Clini: “Ciò non significa schierare domani i soldati per le vie di Napoli, ma anzi l’auspicio che la Campania con le proprie forze, le proprie istituzioni, e con il proprio senso di legalità, riesca ad affrontare e risolvere per le vie ordinarie il problema“.

Ci riuscirà? Altri due mesi, solo due mesi, e lo sapremo.

Francesca Mancuso

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