Sistri: la falla del nuovo sistema di tracciabilità telematico dei rifiuti

Il Sistri, il nuovo sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti che entrerà ufficialmente in vigore dal primo di Giugno 2011, potrebbe non essere infallibile e consentire comunque un, sia pure minimo, spazio di manovra per i malintenzionati che volessero far perdere le tracce di rifiuti pericolosi

Il Sistri, il nuovo sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti che entrerà ufficialmente in vigore dal primo di Giugno 2011, potrebbe non essere infallibile e consentire comunque un, sia pure minimo, spazio di manovra per i malintenzionati che volessero far perdere le tracce di rifiuti pericolosi.

Infatti uno dei pilastri su cui si regge il nuovo meccanismo è la conoscibilità, in qualsiasi momento, del percorso che i rifiuti fanno dopo che sono stati prodotti e fino al momento del loro smaltimento. La possibilità di rintracciare il percorso è data dall’applicazione di una “black box“, una scatola nera che, mediante un sistema satellitare di rilevamento, permette di avere sempre sotto controllo il tragitto del camion utilizzato per il trasporto dei rifiuti. Ma c’è un ma: la black box, infatti, è prevista l’applicazione della black box solo sulla motrice del camion e non sui rimorchi. In teoria, quindi, diventa potenzialmente possibile che il rimorchio venga sostituito senza che il sistema rilevi un tale spostamento, con buona pace della tracciatura dei rifiuti pericolosi, che potrebbero finire chissà dove.

Un nuovo grattacapo, dunque, per il Ministro Prestigiacomo nella difficile via per l’applicazione di un nuovco sistema estremamente utile e necessario nella lotta allo smaltimento illecito di rifiuti. Un nuovo problema pratico che si aggiunge a tutti quelli che, fino ad ora, hanno contrassegnato la mancata applicazione del Sistri ed il differimento della sua entrata in vigore: prima, infatti, c’era stata la polemica sulla mancata consegna dei dispositivi Usb alle aziende da parte degli enti periferici preposti, come ad esempio le Camere di Commercio. Poi la polemica sulla difficoltà di gestione del software e la complicatezza del portale Sistri, infine la mancanza di formazione degli operatori che avrebbero dovuto usarlo. Adesso che sembrava la volta buona è spuntato fuori un nuovo problema, proprio durante la presentazione del Sistri.

Sono stati alcuni rappresentanti dei trasportatori ad evidenziare il problema e, come diceva un illustre uomo politico, se è pur vero che a pensare male si commente peccato, è anche vero che di solito ci si indovina. Le ecomafie, infatti, sono ben organizzate, e potrebbero non avere problemi a sostituire un rimorchio con un altro, anche con la stessa targa, falsificata.

A parziale consolazione il fatto che, come emerso nella stessa conferenza ed evidenziato dal Ministro, il sistema si accorge comunque della sosta dell’autoarticolato, necessaria per sostituire il semirimorchio, lanciando eventualmente un allarme. Ma nella pratica, quando il Sistri traccerà migliaia di camion contemporaneamente, chi noterà una sosta di cinque minuti (o anche meno, nel caso di un autista abile nelle procedure d’aggancio)? Non solo, ma basterebbe effettuare la sostituzione in corrispondenza di una sosta per rispettare i tempi di guida e di riposo e si fugherebbe qualsiasi dubbio. Ulteriori problemi, poi, si avrebbero in caso di guasto, non riparabile sul posto, della motrice, lungo il tragitto verso lo smaltimento.

Con l’attuale soluzione la gestione dell’evento diventa complessa, perché bisogna trovare un altro trattore dotato di black box, oppure lasciare il semirimorchio, magari pieno di rifiuti pericolosi, lungo la strada (e ovviamente presidiarlo). Viceversa, se ci fosse l’apparato di tracciamento anche sul semirimorchio, si potrebbe trainarlo con un qualsiasi altro trattore dandone comunicazione alla centrale operativa. La soluzione più ovvia sarebbe quella di mettere una black box anche sul rimorchio, il sistema sarebbe più sicuro ma anche più complicato.

Ma una delle motivazioni che hanno spinto ad adottare il sistema Sistri, mandando in pensione i vecchi formulari cartacei, i registri di carico e scarico e le dichiarazioni annuali dei rifiuti, è stata proprio quella della semplificazione. Il Sitri, inoltre, non si applcherà solo ai rifiuti speciali e pericolosi (in tutta Italia) ma anche ai rifiuti solidi urbani soltanto in Campania, una zona delicata per la gestione dei rifiuti visti i problemi degli ultimi tempi.

A complicare ulteriormente le cose, poi, c’ è anche la mancanza di un apparato sanzionatorio nell’attuale periodo di attuazione sperimentale del Sistri, in cui coesistono i metodi cartacei con quelli telematici ma non sonopreviste sanzioni né per chi utilizza il vecchio formulario, né per chi già applica il nuovo sistema. Come ha sottolineato il procuratore di Civitavecchia, Gianfranco Amendola, questo è un periodo molto pericoloso perché c’è il rischio che si creino condizioni favorevoli per chi volesse fare trasporto abusivo di rifiuti pericolosi.

Andrea Marchetti

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