Tassa sui rifiuti: quanto costa la Tari nella tua Regione? Tutte le tariffe (TABELLE)

Tasse sui rifiuti: in Campania la Tari ammonta a più del doppio di quella del Trentino. Dai dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva emergono dati molto diversi da Regione a Regione, nonché da Comune a Comuine, con una media nazionale che si aggira attorno ai 300 euro

Tasse sui rifiuti: in Campania la Tari ammonta a più del doppio di quella del Trentino. Dai dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva emergono dati molto diversi da Regione a Regione, nonché da Comune a Comune, con una media nazionale che si aggira attorno ai 300 euro.

La tassa sui rifiuti (Tari) è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Devono pagarla tutti coloro che possiedono locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti, ed è frutto della legge di stabilità per il 2014.

Ma non è uguale su tutto il territorio nazionale, perché la sua applicazione rientra nei poteri delle amministrazioni locali, che possono anche applicare sconti particolari per le più disparate esigenze, non necessariamente legate al tema rifiuti. Inoltre varia spesso di anno di anno.

Quest’anno, per esempio, si è registrato un lieve aumento medio, con picchi del 13% in più rispetto all’anno scorso, ma anche diminuzioni in alcune regioni fino al 5%.

“Il Trentino Alto Adige si conferma la regione più economica, con una tassa rifiuti media di 188 euro – si legge sul comunicato di Cittadinanzattiva – la Campania la più costosa con 422 euro annuali. Confrontando i singoli capoluoghi di provincia, Belluno, seppur con un piccolo incremento, si conferma la città più economica (153 euro all’anno), mentre a Trapani, che registra un aumento del 49% rispetto all’anno passato, spetta il primato di più costosa (571 euro)”.

tasse rifiuti 2018 1Fonte dati: Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva

L’indagine, comunque, non si è fermata alle sole tariffe, ma ha cercato di ricostruire le abitudini degli italiani verso i rifiuti, facendo emergere come, in linea generale, le famiglie chiedano maggiori informazioni su come separarli, centri di raccolta più efficienti e numerosi, detrazioni e agevolazioni fiscali o tariffarie per chi effettua regolarmente la differenziata.

In generale, sotto questo di vista, i dati sono piuttosto incoraggianti: l’Istat riporta infatti per il 2016 (ultimo aggiornamento disponibile) 496,7 kg per abitante come quantità raccolta di rifiuti urbani (+2,2% rispetto al 2015), mentre 52,5% (+5 punti percentuali sull’anno precedente) come percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti. Anche se, ancora una volta, non mancano sensibili differenze sul territorio.

Il passo da compiere è ora un altro (oltre a migliorare ancora di più questi numeri): produrre davvero con i rifiuti, riducendo al massimo lo smaltimento in discarica. La speranza è che il concetto di Tari non esista più, perché non ci dovranno essere costi di smaltimento, ma materia prima “gratis”.

Le tariffe di tutti i comuni sono consultabili a questo link.

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Roberta De Carolis

Foto: Cittadinanzattiva

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