Rifiuti speciali in aumento in Italia (ma anche il riciclo). Tutti i numeri dell’Ispra

L'Italia produce ancora troppo rifiuti speciali. Nel 2016 sono aumentati del 2% rispetto al 2015, toccando 135 milioni di tonnellate, rispetto all’anno precedente. La buona notizia è che l'Italia è tra i primi paesi europei per il riciclaggio dei rifiuti speciali

L’Italia produce ancora troppo rifiuti speciali, sia pericolosi che non. Nel 2016 sono aumentati del 2% rispetto al 2015, toccando 135 milioni di tonnellate, rispetto all’anno precedente. La buona notizia è che l’Italia è tra i primi paesi europei per il riciclaggio.

In quest’ultimo caso infatti nel 2016 siamo riusciti a riciclarne il 65%. Sono queste alcune delle cifre fornite dall’ultimo rapporto dell’Ispra sui rifiuti speciali.

Dopo gli anni della crisi economica, spiega l’Istituto, la produzione di rifiuti speciali in Italia continua a crescere di anno in anno. Se nel 2016 è aumentata del 2% rispetto al 2015, lo ha fatto di ben 4,5 punti percentuali rispetto al 2014.

Per questo occorre lavorare ancora di più sulla prevenzione dei rifiuti speciali visto che l’Italia è lontana dall’obiettivo fissato dal Programma Nazionale di Prevenzione del 2013, secondo il quale entro il 2020 dovremmo riuscire a ridurre del 5% la produzione dei “non pericolosi” e del 10% dei rifiuti pericolosi, calcolati per unità di Pil al 2010.

Tipologie e quantità

I rifiuti speciali sono quelli generati da attività produttive, commerciali e di servizi. Come quantità sono oltre 4 volte superiori a quelli urbani (135 milioni di tonnellate nel 2016 contro 30 milioni di tonnellate). Nel 2016, sono aumentati soprattutto quelli classificati come “pericolosi”, con oltre 9,6 milioni di tonnellate rispetto al 2015 (+5,6%). Quelli “non pericolosi” sono arrivati a quota 125 milioni di tonnellate (+1,7%).

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In termini di quantità, in testa troviamo i rifiuti speciali legati al settori delle costruzioni e delle demolizioni con oltre 54,8 milioni di tonnellate. Si tratta del 40,6% dei rifiuti speciali, seguiti da quelli prodotti dalle attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento (27,2%) e dal settore manifatturiero (20,7%).

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A livello geografico, è la Lombardia la regione che produce più rifiuti speciali con 29,4 milioni di tonnellate, pari al 21,8% del totale nel 2016.

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Per tutte le cifre e gli altri grafici sui rifiuti pericolosi e non pericolosi clicca qui

Rifiuti speciali esportati all’estero

Nel 2016 la quantità totale di rifiuti speciali esportata all’estero è rimasta stabile rispetto al 2015, con 3,1 milioni di tonnellate, di cui 2,1 milioni non pericolosi e 1 milione di tonnellate pericolosi. Vengono inviati principalmente in Germania.

I rifiuti contenenti amianto prodotti in Italia nel 2016 sono stati 352 mila tonnellate, per il 93,5% formati da materiali da costruzione. Purtroppo, lo smaltimento prevalente per quest’ultima tipologia di rifiuti pericolosi rimane la discarica (85,5% del totale gestito), anche se ben 118 mila tonnellate vengono esportate in Germania.

Riciclo dei rifiuti non pericolosi

Una buona notizia c’è e riguarda il riciclo dei rifiuti non pericolosi, dove la principale attività è il recupero di materia (89,4 milioni di tonnellate) in cui prevalgono soprattutto le sostanze inorganiche (52,2 milioni di tonnellate).

“Il riciclaggio di qualità consente di reimmettere materiali nei cicli produttivi, riducendo al contempo il ricorso allo smaltimento, in particolare a quello in discarica. Per quest’ultimo si registra un aumento del 7,9% (887 mila tonnellate) rispetto al 2015, a fronte di una progressiva diminuzione del numero totale delle discariche operative, che passano da 392 nel 2014 a 350 nel 2016” spiega l’Ispra.

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