Le coste più remote della Scozia invase dalla plastica (FOTO)

Greepeace, allarme dalla Scozia, dove anche le spiagge più nascoste in realtà sono fortemente colpite dai depositi di rifiuti in plastica.

Inquinamento marino. Bottiglie e imballaggi di plastica sulle coste più belle e remote del Regno Unito. L’allarme arriva soprattutto dalla Scozia, dove anche le spiagge più nascoste e (solo all’apparenza) incontaminate, in realtà sono fortemente colpite dai depositi di rifiuti in plastica.

È quanto emerge da un rapporto di Greenpeace, la cui ultima spedizione ha toccato proprio le coste Nord del Regno Unito e ha raccolto dati sconfortanti, che, tra l’altro, non fanno altro che seguire una serie di recenti rapporti che evidenziano il crescente problema dell’inquinamento delle materie plastiche negli oceani di tutto il mondo.

Rifiuti plastici sono stati rilevati, infatti, in ogni spiaggia oggetto dell’osservazione ed è emerso come le particelle di microplastiche siano presenti nelle acque nelle quali otarie e balene vanno a cacciarsi il nutrimento. Le isole di May, le Shiant e la Bass Rock hanno mostrato i più alti livelli di plastica nei nidi di uccelli.

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In particolare, gli scienziati marini della nave Greenpeace Beluga II, che intraprenderanno un’analisi dettagliata dei risultati nei prossimi due mesi, hanno fatto queste prime scoperte che pennellano un’immagine assolutamente sgradevole:
  • i rifiuti di plastica, dalle bottiglie ai sacchetti agli imballaggi, sono stati trovati in ogni singola spiaggia esaminata
  • microplastiche e altri frammenti di plastica sono stati trovati nelle zone di alimentazione degli squali, delle foche e delle balene
  • le bottiglie di plastica, le borse e gli imballaggi sono stati trovati anche nei nidi degli uccelli, in aree come Bass Rock, Isle of May e Isole Shiant.
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Non può essere giusto che le nostre spiagge, i mari e la splendida fauna selvatica che li abita debbano diventare il terreno finale di deposito per le bottiglie e altri rifiuti di plastica.ha detto l’attivista di Greenpeace Tisha Brown – Abbiamo bisogno di un’azione urgente da parte dei governi e delle principali società di bevande analcoliche che producono miliardi di bottiglie di plastica monouso ogni anno, come Coca-Cola, per fermare il flusso di plastica in mare”.

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Soluzioni? Per ora, Greenpeace ha annunciato una raccolta firme per applicare ai contenitori delle bevande in Scozia un “deposit return scheme” (alla quale, manco a dirlo, il colosso Coca Cola si è opposto), che consiste nel porre una sovrattassa sul consumatore che acquista una bevanda, denaro che viene restituito se il contenitore viene depositato per il suo recupero.

In questo modo, si aumenterebbe il riciclo e si ridurrebbe drasticamente la dispersione della plastica nell’ambiente.

Germana Carillo

Fonte foto: The Guardian

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