Terra dei fuochi: finalmente il decreto. Bruciare i rifiuti da oggireato

E' stato introdotto per la prima volta nell'ordinamento italiano il reato di combustione dei rifiuti. È questa la risposta del consiglio dei Ministri al problema della Terra dei Fuochi, un decreto legge per affermare un principio fondamentale: "la tutela dell'ambiente è tutt'uno con lotta alla criminalità organizzata"

Non più multe, ma carcere. È stato introdotto per la prima volta nell’ordinamento italiano il reato di combustione dei rifiuti, non solo di quelli pericolosi. È questa la risposta del consiglio dei Ministri al problema della Terra dei Fuochi, un decreto legge per affermare un principio fondamentale: “la tutela dell’ambiente è tutt’uno con lotta alla criminalità organizzata”.

Enrico Letta ha fatto sapere in conferenza stampa che il provvedimento andrà in Parlamento, ma è norma già da oggi. L’obiettivo è quello di introdurre sanzioni penali per contrastare chi appicca i roghi tossici, oggi punibili solo con contravvenzioni. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni.

Se i delitti sono commessi nell’ambito dell’attività di un’impresa, o comunque di un’attività organizzata, la pena é aumentata di un terzo. La pena è aumentata se i fatti sono commessi in territori che, al momento della condotta e comunque nei cinque anni precedenti, siano o siano stati interessati da dichiarazioni di stato di emergenza nel settore dei rifiuti (è il caso della Campania).

Se per la commissione dei delitti sono utilizzati mezzi di trasporto, si applica la confisca. Alla sentenza di condanna consegue la confisca dell’area sulla quale è commesso il reato, se di proprietà dell’autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi. La necessità dell’incriminazione scaturisce dall’inadeguatezza dell’attuale sistema sanzionatorio che inquadra l’illecita combustione dei rifiuti quali violazioni prive – nella sostanza e nella prassi applicativa – di rilevanza penale.

“Le incriminazioni si aggiungono a quelle di cui agli articoli 255 e 256 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, (abbandono di rifiuti e attività di gestione di rifiuti non autorizzata) e mirano a colpire (anche attraverso la confisca obbligatoria del mezzo utilizzato per la commissione del reato) il preoccupante fenomeno dei roghi di rifiuti, al quale conseguono immediati danni all’ambiente ed alla salute umana, con la dispersione in atmosfera dei residui della combustione, incluso il rischio di ricadute al suolo di diossine”, spiega il Consiglio dei Ministri.

È inoltre stabilita la perimetrazione delle aree agricole interessate e della campagna ed entro 150 giorni tutti i terreni saranno controllati. COPAGRI sottolinea, però, le difficoltà che s’incontreranno nel percorso che dovrà portare a dare una nuova immagine della regione Campania e delle sue produzioni agricole. Un’immagine che dovrà essere fondata sulla sicurezza ambientale, sanitaria ed alimentare, affinché il territorio campano e le sue eccellenze produttive recuperino fiducia in Italia ed all’estero e acquisiscano nuovo sviluppo. Sarà importante, infatti, tutelare tutta quella parte di territorio sicuro e sostenere economicamente le tante aziende agricole che già stanno pesantemente pagando l’effetto “terra dei fuochi”.

Roberta Ragni

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