Aiutateci a salvare i ghiacciai italiani dall’alga rossa! L’appello a inviare foto degli scienziati ai turisti per mappare la contaminazione

Una task force di esperti è al lavoro per salvare i ghiacciai alpini dall'invasione dell'alga rossa. Si chiede aiuto anche ai turisti

Una task force di esperti è al lavoro per mappare la neve rossa e provare a salvare i ghiacciai più belli delle Alpi. Si chiede aiuto anche a turisti e scalatori, che possono dare il loro contributo inviando foto dei ghiacciai contaminati dall’alga rossa.

Sono tre i ghiacciai alpini messi a rischio dall’invasione dell’alga rossa: Presena, Gavio e Stelvio. L’alga rossa è un organismo unicellulare che scurisce il colore della neve, diminuendone la capacità di riflettere la luce e aumentando quindi l’assorbimento dei raggi solari e, conseguentemente, la temperatura. Ecco quindi che i ghiacciai si sciolgono più velocemente.

Lo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente innalzamento dei mari è un fenomeno legato a doppio filo alla crisi climatica che stiamo vivendo negli ultimi anni, ma dietro questa tendenza in crescita non c’è solo il riscaldamento globale. Diversi sono i fattori che portano i ghiacci a sciogliersi e ritirarsi – fusione anticipata in primavera, scarsezza delle piogge autunnali, diminuzione dei mesi di freddo. Oltre a questi, l’oscuramento della neve in superficie che inizia quindi ad assorbire sempre più radiazioni solari e a fondersi più rapidamente.

Un fenomeno questo, già osservato negli anni scorsi in altre parti del mondo. Uno studio dell’università di Potsdam, pubblicato nel 2016, aveva analizzato la connessione fra la diffusione dell’alga rossa e lo scioglimento dei ghiacciai nella regione artica: è emerso che la presenza dell’alga nella neve (che assume una colorazione fra il rosa e il rosso a seconda della concentrazione) influenza la capacità della neve stessa di riflettere la luce del sole e di non assorbire il calore, con un’accelerazione nei fenomeni di scioglimento estivi.

(Leggi anche: Anche sulle Alpi europee il ghiaccio si sta tingendo di rosso porpora (e non è una buona notizia))

Per salvare i ghiacciai italiani dallo scioglimento è al lavoro un team di cui fanno parte studiosi provenienti da diversi enti – in primis la Società alpinistica tridentina (SAT), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’università di Milano Bicocca. Ma non basta: servono le segnalazioni di scalatori, escursionisti ed esploratori per mappare la vastissima area dei ghiacciai ed intercettare le aree dove è maggiore la concentrazione di questa alga. Ecco perché la Commissione Glaciologica della SAT ha avviato un progetto di citizen science e chiede la collaborazione di tutti per mappare le aree di neve rossa: è importante segnalare le aree di neve rossa attraverso foto e video, che possono essere inviate via mail all’indirizzo comunicazione@sat.tn.it.

Le proprietà ottiche della neve giocano un ruolo fondamentale nella fusione stagionale. Infatti, una neve più scura assorbe più radiazione e quindi fonde più velocemente. Oltre alle impurità atmosferiche (polveri sahariane, aerosol…) anche particelle di origine biologica possono determinare una riduzione nella riflettività (nota anche come ‘albedo’) della neve e quindi modificarne i processi di fusione – spiega il dottor Biagio Di Mauro del CNR. Le particelle biologiche più rilevanti da questo punto di vista sono proprio le alghe nivali: questi organismi sono in grado di sopravvivere sulla neve e donarle una colorazione rossastra durante i mesi di fusione. L’impatto di questi organismi e molto poco studiato e non è incluso nei principali modelli nivologici. L’obiettivo di questo progetto e quello di caratterizzare la presenza delle alghe sul manto nevoso e di determinare l’effetto sulla riflettività della neve.

Seguici su Telegram Instagram Facebook TikTok Youtube

Fonte: Società Alpinisti Tridentini / Facebook 

Ti consigliamo anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook