Gli scienziati californiani mettono alla prova la resistenza degli alberi ai cambiamenti del clima

Dalla California fiaccata dalla siccità arrivano le ricerche per creare nuove piante che siano più resistenti al clima sempre più caldo

Dalla California fiaccata da una siccità senza precedenti arrivano le ricerche per creare nuove piante che siano più resistenti al clima sempre più caldo che ci aspetta

I ricercatori dell’Università di California Davis sono al lavoro per “reinventare” la produzione agricola del cibo alla luce degli effetti devastanti della crisi climatica: la siccità estrema che ha colpito il 90% dei territori della California quest’estate ha messo in ginocchio gli agricoltori, prosciugando le riserve idriche e facendo morire centinaia di alberi (come quelli di mandorlo, di cui vi avevamo parlato in questo articolo); circa 70.000 aziende agricole dello Stato hanno dovuto ridurre drasticamente il loro uso dell’acqua per scarsezza delle risorse disponibili. Insomma, una catastrofe ambientale senza precedenti, per cui urge trovare una soluzione.

I ricercatori si sono sparsi in tutto il mondo a raccogliere campioni di piante rare: questo ha significato, talvolta, viaggiare in posti remoti del Pianeta, come Iran e Afghanistan, dove gli alberi sono già abituati a sopravvivere con poca acqua e in terreni salati. Altri team si stanno occupando di creare innesti fra piante diverse, sfruttando le caratteristiche di quelle più resilienti alle alte temperature e ai climi secchi. Altri stanno analizzando le piante che non sono sopravvissute alla siccità, per capire le cause della loro morte. Altri ancora, infine, stanno conducendo dei “test” sulle piante esistenti (per esempio privando gli alberi dell’umidità o bagnandoli con acqua salata) in un orto speciale: il Torture Orchard (letteralmente, Orto della Tortura).

È una siccità senza precedenti, diversa da tutte le altre sperimentate finora – spiega Sam Sandoval Solis, professore della UC Davis. – Ciò che è cambiato è la velocità con cui questi cambiamenti stanno avvenendo. La realtà è che abbiamo raggiunto un punto in cui utilizziamo più acqua di quella che è disponibile: stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità.

La velocità dei cambiamenti climatici in California corrisponde a cambiamenti lenti nell’industria agricola: metodi per ridurre il consumo di acqua nei campi sono lenti a prendere piede, come anche lo sviluppo di colture maggiormente resilienti al clima sempre più caldo (molte piante progettate in laboratorio per resistere alla siccità non saranno disponibili prima dei prossimi vent’anni).

Negli ultimi decenni, la lotta allo spreco dell’acqua ha raggiunto importanti traguardi: fra il 1980 e il 2015, gli agricoltori californiani hanno ridotto il loro consumo idrico del 14%, aumentando al contempo la produttività del 38%; si è registrato inoltre un calo drastico anche per quanto riguarda l’uso privato dell’acqua (-35% nel 2015 rispetto al 1980). Malgrado queste buone notizie, tuttavia, gli agricoltori degli orti non possono permettersi di ridurre il loro consumo di risorse idriche, poiché le loro colture ne sarebbero troppo danneggiate – ecco perché è proprio dagli orti che sono partite le indagini dei ricercatori della UC Davis alla ricerca di un metodo di coltivazione degli alberi che impatti meno sulle risorse idriche sempre più scarse.

In pratica, stiamo insegnando alle piante a produrre lo stesso quantitativo di frutti, fornendo loro meno acqua – spiegano i ricercatori. – Bisogna che imparino a trovare il giusto equilibrio. “Insegnare” alle piante a necessitare di meno acqua, ad adattarsi a terreni più aridi (e spesso anche più salati) è un lavoro lungo e faticoso.

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Fonte: University of California Davis

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