La plastica degli oceani sta avvelenando anche i balandi degli scogli

Conoscete i balani? Li avremo visti tantissime volte al mare. Stanno attaccati agli scogli, sembrando spesso parte di essi. I loro gusci duri e qualche volta taglienti finiscono per assumere le stesse sembianze della roccia su cui si appoggiano. Bene. Tali minuscoli crostacei stanno ingerendo sempre maggiori quantità di plastica

Conoscete i balani? Li avremo visti tantissime volte al mare. Stanno attaccati agli scogli, sembrando spesso parte di essi. I loro gusci duri e qualche volta taglienti finiscono per assumere le stesse sembianze della roccia su cui si appoggiano. Bene. Tali minuscoli crostacei stanno ingerendo sempre maggiori quantità di plastica.

Noto anche come dente di cane, il balano si nutre grazie a particolari setole che raccolgono il cibo. Tali piccole creature rimangono aggrappate ad uno scoglio ma anche alle banchine dei porti o alle navi, in attesa che giunga loro il cibo trasportato dalle acque. Per questo motivo, si stabiliscono nei luoghi dove la corrente li possa investire. Ciò che viene reputato commestibile, arriva alla bocca, a differenza del resto che viene gettato. Normalmente, il loro cibo è costituito da larve (anche di altri crostacei), plancton, batteri, potendosi cibare solo di ciò che non supera 1 mm di grandezza.

Purtroppo però, anche la plastica può raggiungere quelle dimensioni, finendo per essere il malsano pasto di queste silenziose creature marine. Miriam Goldstein della Scripps Institution of Oceanography ha scoperto che questo problema è ben più grave rispetto a quanto stimato finora.

Esaminando i tratti gastrointestinali di 385 balano-oca raccolti dal Great Pacific Garbage Patch, gli scienziati hanno trovato microplastica in un terzo di essi. Alcuni crostacei avevano un unico pezzo di plastica nel loro stomaco mentre altri avevano inghiottito fino a 30 frammenti. L’immagine di seguito mostra ciò che è estratto estratto da queste creature, uccise dalla plastica.

barnacle-stomach

Fa molta impressione sapere che questi cirripedi mangiano tanta plastica. Sono veramente resistenti, in grado di vivere su qualsiasi superficie galleggiante, quindi sono molto comuni nelle zone caratterizzate da molta plastica” spiega Goldstein sul suo blog Deepseanews. Essi vivono proprio in superficie, dove minuscoli pezzi di plastica galleggiante finiscono nella loro bocca.

La plastica viene purtroppo ingerita da molti animali, dagli uccelli alle tartarughe e ai pesci. “Ora abbiamo documentato l’ingestione di plastica in un invertebrato molto comune” ha detto Goldstein, probabilmente l’essere vivente i cui esemplari sono i più numerosi del mondo animale. Ciò dimostra che il problema va ben oltre le apparenze ed è ancora più grave.

Senza contare che i balani vengono mangiati da alcuni predatori, tra cui la lumaca di mare e alcuni granchi.

Scogli viventi di plastica. È quello che stanno diventando.

Francesca Mancuso

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