I pesci “bodyguard” che proteggono i loro coralli da un’alga tossica infestante

Il pesce “bodyguard” che risponde ai "segnali d'allarme" lanciati dai coralli sotto attacco di alcune alghe tossiche. Lo hanno scoperto i ricercatori del Georgia Institute of Technology con uno studio, pubblicato questa settimana sulla rivista Science, condotto sul corallo Acropora Nasuta delle Isole Fiji, che è stato esposto a una specie di alga chimicamente tossica, la Chlorodesmis fastigiata.

Il pesce “bodyguard” che risponde ai “segnali d’allarme” lanciati dai coralli sotto attacco di alcune alghe tossiche. Lo hanno scoperto i ricercatori del Georgia Institute of Technology con uno studio, pubblicato questa settimana sulla rivista Science, condotto sul corallo Acropora Nasuta delle Isole Fiji, che è stato esposto a una specie di alga chimicamente tossica, la Chlorodesmis fastigiata.

La ricerca, che aveva come obiettivo la comprensione di ecosistemi fortemente minacciati come le barriere coralline per riuscire a tutelarli, ha scoperto che alcuni gobidi, meglio noti come ghiozzi, intervengono a protezione del proprio corallo quando questo è attaccato da minacce come le alghe infestanti. Appena pochi minuti dopo il contatto tra queste e il corallo, infatti, vari esemplari di due specie di ghiozzi, Gobiodon histrio e Paragobiodon enchinocephalus, sono arrivati e hanno iniziato a rimuovere ordinatamente l’alga, mangiandola o staccandola.

Come dei “bodyguard” provetti, avevano risposto all’allarme, probabilmente inviato tramite il rilascio di sostanze chimiche nell’acqua, lanciato dai coralli, che sarebbero rapidamente morti per mano dell’alga se i pesci-soccorritori non fossero intervenuti prontamente. Questo rapporto simbiotico di mutuo soccorso, con il pesce che in cambio riceve protezione, è simile al rapporto simbiotico-mutualistico tra gli alberi di acacia e le formiche che ricevono cibo e riparo, proteggendoli da concorrenti e predatori.

pescibodyguard

Questi piccoli pesci sono comparsi per tagliare via le alghe senza toccare i coralli. Ciò avviene molto rapidamente, il che significa che deve essere un processo molto importante sia per il corallo che per il pesce: il corallo rilascia una sostanza chimica e il pesce risponde immediatamente“, ha spiegato in una nota Mark Hay, professore di biologia del Georgia Institute of Technology .

I test hanno dimostrato che nei coralli che convivono insieme ai Gobidi, la quantità di danni provocata dalle alghe diminuisce dal 70 all’80% in soli tre giorni, mentre la quantità di alghe dannose diminuisce del 30%. Un supporto importante per la barriera corallina, che in appena 27 anni si è addirittura dimezzata e corre il rischio di scomparire per sempre con conseguenze catastrofiche per la Terra.

Roberta Ragni

Leggi anche:

Australia: la più grande riserva marina per proteggere la barriera corallina

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook