Arriva in Tuscia dopo 3000 anni l’antica oliva bianca citata nella Bibbia

Un’oliva antica di colore bianco, che esisteva ben 3000 anni fa, è rinata ora a Civita Castellana, nella Tuscia, in provincia di Viterbo grazie ad un appassionato di culture antiche.

Un’oliva antica di colore bianco, che esisteva ben 3000 anni fa, è stata fatta crescere ora a Civita Castellana, nella Tuscia, in provincia di Viterbo grazie ad un appassionato di culture antiche.

Si tratta dell’oliva bianca dell’isola di Kasos, in Grecia, conosciuta come Leucokasos. Una cultivar antichissima e, all’epoca, molto famosa in quanto veniva piantata nei giardini dei templi e in altri luoghi sacri. Si utilizzava infatti per realizzare un olio di cui ci si serviva nei rituali religiosi ma anche da bruciare nelle lanterne, perfetto in quanto non produceva fumo.

Era chiamato “olio del crisma” e proprio da questo prende ancora oggi il nome il sacramento cristiano della cresima.

Dalla spremitura dell’oliva bianca, dunque, si otteneva un prodotto che, più che per uso alimentare (questa oliva albina è insapore) veniva sfruttato all’interno delle lucerne e come base per unguenti.

Un olio di origine antichissima citato addirittura nella Bibbia dove si fa riferimento alla consuetudine di ungere le persone considerate importanti e di prestigio all’interno della società proprio con quest’olio.

La novità è stata presentata con orgoglio su Facebook da Alessio Grandicelli, cultore della cultura etrusco-fallisca che è riuscito a far crescere nuovamente l’antica oliva bianca a Civita Castellana.

Grazie alla passione per l’antichità di Grandicelli, oggi abbiamo dunque maggiori possibilità di riscoprire questa antica oliva che era andata (quasi del tutto) perduta nel corso del tempo.

Oltre che a Civita Castellana, ci sono davvero poche altre possibilità di vederla: esistono piante sporadiche soprattutto in Toscana e in Calabria (in quest’ultima regione ci sono anche coltivazioni) e altre sono conservate in alcuni laboratori dove si stanno studiando le caratteristiche dell’olio.

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Francesca Biagioli

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