Global warming 0, Natura 1! Quando la natura va oltre i cambiamenti climatici

Non ci stupisce allora e ci rende felici facendoci esclamare Finalmente! la notizia diffusa qualche giorno fa che nei dintorni dell'isola indonesiana di Bali sono state scoperte dai ricercatori facenti parte di un gruppo di ricerca della CI (Conservation International - 2011 Marine Rapid Assessment Program survey in Bali) 9 nuove specie potenziali facendo salire così il numero di specie da 1350 del 2008 a 1359 oggi: Tra le specie potenzialmente nuove documentate vi sono due tipi di cardinale, due varietà di dottybacks, un giardino di anguilla, un pesce persico sabbia, una bavosa, una nuova specie di ghiozzi e di un finora sconosciuto corallo bolla Euphyllia. Ulteriori studi dovranno essere fatti per confermare la tassonomia di ogni specie…

La natura è forte, molto più forte di quello che pensiamo. In natura nulla è fatto per rimanere statico e tutto segue una continua evoluzione. Anche se si presentano ostacoli o cambiamenti inaspettati le specie non possono fermarsi, esse e le connessioni che le legano cambieranno in forza a tali mutamenti per adattarsi alle nuove condizioni e resistere alla nuove situazioni, pena la loro fine. Quindi mentre noi ci affanniamo per trasformare e piegare la terra, l’acqua, le piante e gli animali a nostro uso e consumo la natura imperterrita prosegue seguendo i mille rivoli evolutivi e anche ora dopo incidenti recenti e gravi che hanno contaminato irrimediabilmente interi ecosistemi e distrutto popolazioni come quello della Bp o il disastro nucleare di Fukushima il mondo nel suo ciclo costante continua e si evolve.

Non ci stupisce allora e ci rende felici facendoci esclamare “Finalmente!” la notizia diffusa qualche giorno fa che nei dintorni dell’isola indonesiana di Bali sono state scoperte dai ricercatori facenti parte di un gruppo di ricerca della CI (Conservation International – 2011 Marine Rapid Assessment Program survey in Bali) 9 nuove specie potenziali facendo salire così il numero di specie da 1350 del 2008 a 1359 oggi: “Tra le specie potenzialmente nuove documentate vi sono due tipi di cardinale, due varietà di dottybacks, un giardino di anguilla, un pesce persico sabbia, una bavosa, una nuova specie di ghiozzi e di un finora sconosciuto corallo bolla Euphyllia. Ulteriori studi dovranno essere fatti per confermare la tassonomia di ogni specie…

Lo studio ha comunque concluso che anche se la barriera si sta riprendendo sono ancora necessari gli sforzi di protezione messi in atto fino ad ora osservando oltre che un grave esaurimento di pesci di importanza commerciale del reef anche la presenza di pochissimi squali e di un pesante Inquinamento di plastica.

Un’altra buona notizia ce la fornisce uno studio fatto da un team di ricercatori della Yale University che mostra che delle specie di ragni sarebbero capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici dovuti al global warming (ossia in questo caso un graduale incremento delle temperature all’interno di un range specifico) suggerendo così che non solo essi possano adattarsi a condizioni locali anomale e diverse ma che riescano anche a mantenere i loro ruoli di predatori in una comunità.

Il Dr Karsten Schönrogge, direttore del Centro di Ecologia e Idrologia della Yale University, ritiene ovviamente necessarie ulteriori ricerche per migliorare la comprensione di come le specie possano adattarsi ai cambiamenti climatici, i quali non includono solo cambiamento delle temperature ma anche aumento di regimi di siccità o mutamenti migratori.

Nonostante i risultati ottenuti però Brandon T. Barton a capo della ricerca non è convinto che sia possibile eliminare l’impatto negativo dei cambiamenti climatici in quanto “tutte le prove suggeriscono che gli effetti di vasta portata diretti e indiretti dei cambiamenti climatici avranno conseguenze innumerevoli sui sistemi biologici a livello globale”.

Questo ci ricorda che ogni nostra azione provoca conseguenze e che nella maggior parte dei casi esse sono negative e si protraggono sul lungo periodo, il trucco sta nel cambiare il nostro modo di pensare trasformando il concetto di “infinito” in “finito” come le risorse a disposizione, “altrove” in “qui” come il luogo interessato dalle conseguenze delle nostre scelte e delle nostre azioni ed il concetto di “lineare” in “circolare” come i cicli che governano la natura ed il nostro pianeta: tutto ciò che facciamo ora si protrarrà nel tempo e nello spazio ed agirà su così tanti punti che nemmeno riusciamo ad immaginare. Per ora però possiamo affermare: global warming 0, natura 1!

KIA – Carmela Giambrone

foto: Euphyllia new bubble coral © Conservation International/Mark Erdmann

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