Gli insetti giganti che predano tartarughe, anatroccoli e persino serpenti

Come dei rapaci, o dei grandi predatori della savana, ecco degli insetti che mangiano veramente tutto quello che trovano.

Non tutti gli insetti sono piccoli, sfuggenti e poco visibili e non tutti gli insetti mangiano cibo minuscolo, alla loro portata. Alcuni, acquatici, sono talmente grandi da riuscire a mangiare tartarughe, anatroccoli e persino serpenti velenosi. L’incredibile ricerca è opera di Shin‐ya Ohba della Nagasaki University.

Come dei rapaci, o dei grandi predatori della savana, questi insetti mangiano veramente tutto quello che trovano, attendendo le potenziali prede con pazienza e furbizia. E sono in tutto il mondo, comprendendo circa 150 specie conosciute. Le più grandi, dal nome scientifico Lethocerus grandis e Lethocerus maximus, vivono in Sud America e possono superare i 10 centimetri di lunghezza.

Grandi, dunque, giganti se si pensa che sono “solo” insetti, ma non enormi in senso assoluto (sicuramente non come quelli della preistoria). Eppure queste straordinarie creature non hanno veramente paura di nulla. Attaccano le prede più impensabili, anche le tartarughe.

Insetti acquatici, ma non pesci. Respirano infatti l’ossigeno dell’aria, ma si posano sulle piante acquatiche e lo prendono facendo “snorkelling” attraverso una sorta di boccaglio posto sul dorso. In questo modo attendono pazientemente le loro prede, che attaccano non appena sono sufficientemente vicine.

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Foto: Entomological Science

E la predazione è terribile: questi aggressivi insetti scuotono infatti rapidamente le zampe anteriori e afferrano la creatura con le altre. A questo punto trapassano la loro preda con una proboscide simile a un pugnale, iniettando enzimi e a volte sostanze chimiche anestetiche. A questo punto la “cottura” è pronta e il cibo può essere mangiato con tutta calma. Per le prede più grandi il pasto può durare anche diverse ore.

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Serpenti velenosi in guardia! Anche un insetto può cibarsi di voi. Davide e Golia esistono davvero.

Il lavoro è stato pubblicato su Entomological Science.

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Roberta De Carolis

Foto cover

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