Il 2020 è un bollettino di guerra per la biodiversità, non c’è niente da festeggiare

Quanto abbiamo approfittato del lockdown per dare al clima, all’ambiente, alla nostra Terra l’occasione che si sarebbero meritati? Poco o nulla.

Balene che spuntavano dai nostri mari, meduse nei canali di Venezia, conchiglie e tartarughe sulle spiagge, orsi in giro nei parchi californiani. Siamo stati bravi! Nel periodo di lockdown abbiamo respirato una ventata di ottimismo e abbiamo restituito a Madre Natura un ventaglio di nuove possibilità.

Ma tutto è durato un battito di ciglio, giusto il tempo di un inno di Mameli strozzato alle finestre. Perché, in realtà, la Natura non ha mai smesso di chiedere aiuto.

Oggi, 22 maggio, ricorre la giornata indetta dalle Nazioni Unite per celebrare la Biodiversità, la ricchezza della vita – a livello di ecosistemi, specie e geni – sul nostro Pianeta, e la domanda che dobbiamo porci è: quanto abbiamo approfittato del confinamento che ci ha imposto il coronavirus per dare al clima, all’ambiente, alla nostra Terra l’occasione che si sarebbero meritati? Poco o nulla.

“Il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno cruciale per il raggiungimento degli obiettivi decennali sulla conservazione della Natura – dicono da Legambiente – ma così non è stato: se gran parte di essi sono stati disattesi, la Giornata mondiale della Biodiversità ci ricorda quanto le attività antropiche e il mancato rispetto degli equilibri ecologici minaccino non solo le specie animali e vegetali che popolano gli ecosistemi del globo, ma la stessa sopravvivenza dell’umanità”.

Per quattro dei sei obiettivi della strategia dell’Unione europea si registrano progressi modesti: negli ecosistemi agricoli e forestali la situazione della biodiversità è peggiorata dal 2010 a oggi, mentre solo una percentuale ridotta di specie (23%) e habitat protetti (16%) risulta in buono stato di conservazione.

Dall’inizio dell’anno ad oggi, in nemmeno sei mesi dunque, un evento estremo dopo l’altro ci ha ricordato una sola cosa: stiamo perdendo ghiacciai, foreste, habitat marini e tutti gli animali per i quali questi luoghi sono una casa. E non c’è lockdown che tenga.

All’indomani di tutte quelle meraviglie che abbiamo visto, siamo punto e a capo e possiamo dimostrarvelo mese per mese.

Gennaio

Sono stati interminabili e mostruosi: gennaio del 2020 si è portato dietro i rovinosi incendi che hanno devastato l’Australia già dagli ultimi mesi del 2019. Gli incendi scoppiati in Australia che hanno ucciso persone, distrutto 18 milioni di ettari di biodiversità e ucciso oltre un milione di animali, sono connessi con il disboscamento delle foreste native e il risultato è stato ed è ancora devastante:

Febbraio

Nelle isole dell’Antartide per la prima volta si è stata registrata a febbraio una temperatura di oltre 20° C superando il precedente record di 19,8° C, detenuto dall’Isola di Signy nel gennaio 1982:

mentre in Italia ben 50 miliardi di api si sono risvegliate decisamente in anticipo:

Marzo

La Grande Barriera Corallina viene colpita da un nuovo esteso fenomeno di sbiancamento dei coralli a causa delle elevate temperature dell’acqua:

mentre dalla NASA arrivano le immagini dello scioglimento del ghiacciaio più profondo della Terra:

Aprile

Nemmeno il mese di aprile si è salvato. Mentre si dà ufficialmente per scomparsa la più grande cascata dell’Ecuador e  i ghiacciai alpini sono minacciati da un’alga microscopica che ne cambia il colore e ne accelera lo scioglimento, in Italia sono di nuovo le api a dare notizia. Da Nord a Sud gli apicoltori assistono ancora una volta alla moria delle loro api causata dall’uso estremo dei pesticidi:

Maggio

Maggio ha fatto rima con tristezza. L’avvio della Fase 2 è praticamente coincisa con tutta una serie di cattive notizie dal punto di vista ambientale da mettersi le mani nei capelli. Per citarne alcune:

mentre non c’è pace per la foresta amazzonica:

e nemmeno per le nostre api. In Friuli ne vengono bruciate vive ben 2 milioni:

Dicevamo della protezione della biodiversità?

A noi pare che il momento di “benessere” per la natura che avevamo visto col lockdown sia piuttosto stato puro fumo negli occhi.

Siamo tornati ai livelli di prima, se non peggiori. E non è questa la normalità cui dobbiamo aspirare.

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