Bocche di Bonifacio: la nuova missione di Greenpeace

La nave dei guerrieri dell'arcobaleno, la famosa Rainbow Warrior di Greenpeace, non si ferma mai. Niente può fermarla, figuriamoci un po' di mare agitato.

Dopo l’ultima avventura a largo di Pantelleria dove la settimana scorsa ha sgominato una spadara con reti illegali, la nave ammiraglia ora combatte per difendere una delle zone più belle del Mediterraneo: le Bocche di Bonifacio, lo stretto che divide la Corsica dalla Sardegna e che ospita il Santuario dei Cetacei “Pelagos”, un’area di mare compresa tra Costa Azzurra, Toscana e Nord della Sardegna.

Ricca di biodiversità, oltre che di un notevole valore paesaggistico e turistico, la zona è soggetta a forti correnti e a fortissimi venti che rendono il passaggio delle imbarcazioni un percorso arduo e pericoloso. Per evitare un disastro ambientale annunciato, amministratori e associazioni locali si riuniscono oggi sulla Rainbow per presentare un appello ai Ministri dell’Ambiente di Italia e Francia affinché venga avviato un efficace programma di protezione della zona, dove tutto l’anno transitano tremila imbarcazioni cargo, di cui il dieci per cento trasporta sostanze pericolose.

Oggi – afferma Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace in Italia, – le comunità locali dichiarano il loro impegno a voler tutelare questo tratto di mare e indicano meccanismi di tutela che possono essere avviati in tempi relativamente brevi: sono i Ministri dell’Ambiente di Italia e Francia che adesso devono prendere decisioni ambiziose e coraggiose per garantire una adeguata protezione delle Bocche di Bonifacio“.

In particolare l’appello chiede ai Ministri dell’Ambiente francese e italiano di impegnarsi a presentare all’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) una proposta affinché lo stretto venga inserito nell’elenco delle Aree Marine Particolarmente Sensibili (PSSA). Greenpeace, inoltre, chiede che finalmente sia realizzato il Parco Marino Internazionale delle Bocche di Bonifacio, per monitorare e proteggere un patrimonio ambientale, minacciato non solo dai trasporti ma anche dalle attività costiere.

Con questo appello chiediamo che si proibisca il transito a tutte le imbarcazioni con carichi pericolosi – continua la Monti -. La Francia ha recentemente mostrato di volersi muovere in questa direzione. Dovremo attendere l’incidente, che presto o tardi ci sarà, perché anche il Ministro dell’Ambiente italiano prenda le precauzioni che tutti conoscono?”

La Rainbow Warrior, impegnata in un tour a difesa del Mediterraneo, navigherà nelle prossime settimane nel Santuario dei cetacei svolgendo attività di monitoraggio e promuovendo, a partire proprio da questo tratto di mare, la creazione di una rete di Riserve Marine pienamente protette che coprano il 40% del mare.

L’ennesima “crociata” ambientalista è partita. Riusciranno i nostri eroi a convincere Jean-Louis Borloo e Stefania Prestigiacomo?

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