Antartide: il fenomeno del ghiacciaio che “sanguina”

Il ghiacciaio sanguina. A prima vista potrebbe sembrare un enorme emorragia, la macchia rossa che sgorga lentamente dal ghiacciaio Taylor delle valli secche McMurdo (in inglese McMurdo Dry Valleys), in Antartide. Chi l’ha causata? Di cosa si tratta? È, ancora una volta, colpa dell’uomo e dei suoi comportamenti contro la salute del pianeta? I geologi se lo sono chiesti per anni.

Il ghiacciaio sanguina. A prima vista potrebbe sembrare un enorme emorragia, la macchia rossa che sgorga lentamente dal ghiacciaio Taylor delle valli secche McMurdo (in inglese McMurdo Dry Valleys), in Antartide. Chi l’ha causata? Di cosa si tratta?

È ancora una volta colpa dell’uomo e dei suoi comportamenti contro la salute del pianeta? I geologi se lo sono chiesti per anni. Fin dal 1911, quando la cascata rossa fu scoperta per la prima volta. All’epoca si ipotizzò che all’origine del particolare colore ci fosse un particolare tipo di alghe, ma la sua vera natura si è rivelata molto più spettacolare.

Circa due milioni di anni fa, il ghiacciaio Taylor ha sigillato sotto di sé un piccolo specchio d’acqua che conteneva un’antica comunità di microbi. Intrappolati sotto uno spesso strato di ghiaccio, sono rimasti lì da allora, isolati all’interno di una sorta di capsula naturale indenne al logorio del tempo. E all’evoluzione che avveniva nel resto del mondo vivente.

sangue ghiacciai 2

I microbi hanno resistito in questo luogo, privi di luce o ossigeno e con poco calore. Siamo di fronte, quindi, a quello che il biochimico russo Aleksandr Oparin definì “brodo primordiale”, una soluzione molto calda di acqua e molecole carboniose che avrebbe interagito con i componenti chimici dell’atmosfera terrestre primitiva per dare origine alle prime molecole organiche, in condizioni anaerobiche.

Il lago presenta un elevata salinità ed è ricco di ferro: è questo che dà alla cascata il suo colore rosso. Una fenditura nel ghiacciaio permette al lago subglaciale di fuoriuscire, formando le cascate senza contaminare l’ecosistema all’interno. L’esistenza delle cascate di “sangue” mostra che la vita può esistere anche nelle condizioni più estreme sulla Terra. E forse anche su altri Pianeti…

Roberta Ragni

Fonte e foto Atlas Obscura

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