Incensi: le piante da cui si ricavano rischiano di estinguersi

La produzione di incenso subirà un forte declino nel corso dei prossimi decenni e tra quindici anni potrebbe essere già dimezzata. Sono infatti a rischio di estinzione le principali specie vegetali dalle cui resine si ricava questa sostanza profumata utilizzata e commerciata fin dall’antichità. Si tratta delle piante arbustive appartenenti al genere Boswelia, diffuse particolarmente nel Corno d’Africa e nella Penisola Arabica.

Il regalo più antico e biblico del Natale è a rischio. La produzione di incenso subirà un forte declino nel corso dei prossimi decenni e tra quindici anni potrebbe essere già dimezzata. Sono infatti a rischio di estinzione le principali specie vegetali dalle cui resine si ricava questa sostanza profumata utilizzata e commerciata fin dall’antichità. Si tratta delle piante arbustive appartenenti al genere Boswelia, diffuse particolarmente nel Corno d’Africa e nella Penisola Arabica.

La notizia giunge da uno studio pubblicato negli ultimi giorni dal Journal of Applied Ecology, rivista della British Ecological Society. Gli esperti hanno monitorato tredici aree, di circa due ettari ciascuna, situate nel nord est dell’Etiopia ed interessate dalla presenza di arbusti della specie Boswelia, studiando per due anni la capacità di crescita, riproduzione e sopravvivenza di ciascuna pianta, con particolare attenzione a quegli esemplari il cui tronco era stato inciso per l’estrazione della resina.

Ciò che è emerso è il fatto che il rischio di estinzione di tale specie vegetale non sia tanto dovuto alle operazioni legate alla necessità di ricavare l’incenso, quanto ad altri fattori che comportano il danneggiamento degli arbusti. Nei loro tronchi viene infatti praticata un’ incisione solamente superficiale, che non sembra essere la causa principale della loro futura estinzione.

A mettere in pericolo la Boswelia sarebbero soprattutto gli incendi e gli attacchi da parte degli insetti, in particolare di un coleottero della famiglia dei Cerambicidi, che è solito deporre le proprie uova proprio al di sotto della corteccia di questi alberi. Anche il bestiame da pascolo giocherebbe la propria parte nel danneggiarne tronco e corteccia.

Un’ulteriore difficoltà deriva dal fatto che gli alberi più vecchi, tra i quali si riscontra un livello di mortalità sempre più elevato, vengono difficilmente sostituiti da nuovi arbusti, poiché i semi di Boswelia faticano a sopravvivere e a dare vita a nuovi esemplari. La dispersione dei semi sarebbe dovuta ad una presenza sempre maggiore di bestiame, che viene lasciato pascolare liberamente nelle zone interessate.

A parere degli studiosi, saranno urgentemente necessari nuovi incentivi per poter proseguire nella ricerca delle soluzioni necessarie ad arginare il rischio d’estinzione degli alberi della specie in questione, se si desidera mettere in salvo non soltanto la produzione di incenso, ma soprattutto la biodiversità delle zone del pianeta la cui vegetazione, caratterizzata dalla presenza di alberi appartenenti alla specie Boswelia, rischia di scomparire.

Marta Albè



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