I sorprendenti colori (e le curiosità) che non ti aspetti da un petalo di papavero

Un nuovo studio olandese ha voluto approfondire il modo in cui i papaveri creano colori così sgargianti e belli nonostante abbiano petali molto sottili, addirittura più sottili della nostra pelle.

Un nuovo studio olandese ha voluto approfondire il modo in cui i papaveri creano colori così sgargianti e belli nonostante abbiano petali molto sottili, addirittura più sottili della nostra pelle.

Forse vi sarete accorti che i petali di papavero sono incredibilmente sottili: sono costituiti infatti da soli tre strati di cellule. Per avere un termine di paragone, considerate che l’epidermide (lo strato più sottile della nostra pelle) è composta da 4-5 strati e la luce è in grado di attraversarla. I petali di papavero però, brillano di un rosso molto vivo o hanno sfumature di giallo o bianco a seconda della varietà. Ma come è possibile tutto questo?

Nel tentativo di comprendere le straordinarie capacità cromatiche di questo fiore, gli scienziati dell‘Università di Groningen, Casper Van der Kooi e Doekele Stavenga, si sono serviti di microscopi e modelli matematici relativi al comportamento della luce con lo scopo di capire come questi colori vengono creati dal fiore.

I risultati, inclusi in un’edizione speciale del Journal of Comparative Physiology A, si concentrano sulla stretta relazione che vi è tra fiori e insetti.

Ma vediamo come si è svolta la ricerca: il team di scienziati ha raccolto petali di diversi tipi di papaveri (Papaver, Meconopsis e specie affini) e ha esaminato la loro struttura al microscopio. Hanno notato così che, pur essendo molto sottili, i petali non sono saturi di pigmento, il colore si trova infatti solo negli strati della cellula esterna ed è completamente assente nella parte centrale. Il pigmento è, tuttavia, molto denso.

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I segni scuri nel mezzo non contengono, come si potrebbe pensare, pigmenti neri, ma rossi in concentrazioni così alte che noi li percepiamo come neri. Van der Kooi, la cui ricerca si concentra sull’evoluzione del colore dei fiori e sulle interazioni tra il colore e gli insetti impollinatori, afferma che il papavero ha alcune tra le “più alte [concentrazioni di pigmenti] che abbia mai misurato in qualsiasi fiore“.

Inoltre, le cellule dei pigmenti hanno una forma insolita. Sembrano pezzi di puzzle che però non si adattano perfettamente. Questo fa sì che si vengano a creare molti spazi vuoti e pieni di aria tra le cellule che causano il fenomeno della dispersione di luce.

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La densa pigmentazione, insieme a una forte dispersione, genera i colori rossi sorprendenti su alcune parti del papavero.

Lo studio si lega anche a ricerche precedenti sull’evoluzione del colore nel fiore del papavero. È stato precedentemente scoperto che i papaveri in Medio Oriente non riflettono la luce ultravioletta (UV) mentre alcune specie europee, pur apparentemente identiche, riflettono invece la luce UV. Van der Kooi sostiene che questo strano fenomeno dipende probabilmente dalle differenze tra i principali impollinatori tra le due aree. I papaveri in Medio Oriente sono impollinati principalmente dai coleotteri mentre in Europa soprattutto dalle api.

Studi precedenti hanno dimostrato anche che le macchie nere al centro di alcuni papaveri imitano la presenza di un coleottero femmina. Un modo straordinario con cui la natura ha pensato di attirare i coleotteri maschi. Un caso di mimetismo sessuale, come accade in altre piante come ad esempio le orchidee.

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Van der Kooi vuole approfondire la sua ricerca e capire come si sono evolute le cellule dei pigmenti. I risultati suggeriscono che i papaveri si sono evoluti per riflettere la luce UV quando hanno iniziato a crescere in regioni più settentrionali.

Non trovate meravigliose queste scoperte?

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Francesca Biagioli

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